Se tutto passa... e quasi orma non lascia

Anche il corpo è un divenire, è stato creato per essere mutato, migliorato, trasformato a favore della vita che esso stesso porta come sete e chiede come pienezza

«Come sono belli i tuoi occhi dietro il velo » dice il Cantico dei Cantici alludendo a ciò che traspare del viso di lei coperto da un velo. Trame di seta che lo rendono ancor più affascinante e desiderabile. Ora le donne, da noi, non tengono più nulla dietro un velo, specialmente d’estate. 
Se ancora ai tempi di Totò mostrare il corpo con un bikini significava liberarsi da moralismi repressivi esercitati dai patriarcati familiari e sociali, che volevano soffocarne la pelle dentro degli “scafandri da palombari” (= costumi interi e castigati), oggi segnala, invece, più che voglia di esibire quasi un’indifferenza, un’estraneità tra sé e il proprio corpo e tra il proprio corpo e quello degli altri. Una nudità senza attesa, membra inermi esposte agli anonimi passanti e pure al vuoto di uno sguardo d’amore. Un corpo senza porte, senza un velo a vegliarne l’intimità. Il corpo si trasmette sempre più come immagine e il “velo” si trasforma nella prosaica calza da mettere sulla telecamera affinché si ottenga un effetto flou che spiani le rughe così da rendere impossibile l’emergere dei segni del tempo sulla fronte e sul collo. Ridotto ad immagine il corpo non sembra veicolare più il passato quindi la storia, le esperienze, le maternità, gli allattamenti, tutte le cicatrici che la vita vi ha scolpito. Qualcosa che molti condannano come fosse un peccato e qualcuno, con rara sapienza, non accettava, dicendo: “c’ho messo tanti anni a fare queste rughe perché dovrei cancellarle?” (Anna Magnani). Ma il desiderio di togliersi di dosso il peso degli anni è ...

L'intervento di Rosanna Virgili continua a questo link:







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