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Un tesoro nascosto

Per caso o dopo una lunga ricerca, la reazione è quella di una gioia piena ma non si può avere e servire due padroni: Dio e il denaro


Le parabole che troviamo nel vangelo di Matteo, non sono semplici artifici didattici per una più facile comprensione di un insegnamento. Gesù ci indica un modo nuovo di concepire la vita, di darle senso, ci propone il progetto di una società nuova, giusta e solidale, che egli chiama “il regno di Dio” e ci costringe a riflettere profondamente per scoprirne il senso e le dinamiche. Questo messaggio innovativo e profondo, paradossalmente, lo possono comprendere solo persone "umili e semplici". I "sapienti e dotti", che hanno la mente e il cuore occupati dalla loro sapienza e dai loro interessi, potranno certamente capire molte cose teoricamente, ma non sarà facile per loro dare la piena adesione a Gesù e seguire i suoi passi.
Sul regno di Dio Matteo ci propone tre parabole di Gesù, semplici ed enigmatiche allo stesso tempo.
Come un tesoro nascosto o una perla di grande valore: così è il regno di Dio. Ci sono persone che lo trovano per puro caso, a volte a causa di qualche avvenimento imprevisto, felice o doloroso, o a causa di un'esperienza molto significativa. Altre persone possono trovarlo come risultato di una lunga e paziente ricerca, avendo sperimentato l'insufficienza di altri percorsi. Ciò che qualifica la scoperta è la reazione di chi lo trova: "Pieno di gioia, vende tutti i suoi averi". Non c'è niente di più importante ora per lui, solo il tesoro trovato, o la perla di grande valore: il regno di Dio è l'unica cosa che conta. La gioia e l'entusiasmo di aver scoperto il valore più grande e più attraente lo travolgono, quasi lo costringono a mettersi su questa strada, ad occuparsi della costruzione del Regno come unico obiettivo della vita, relativizzando tutto: interessi, prestigio, potere, beni, divertimenti, affetti, salute e la vita stessa.
Fare che Dio sia re della nostra vita non è solo frutto di buona volontà. Solo se siamo "pieni di gioia", profondamente innamorati, possiamo donarci veramente a Gesù e al suo progetto. Attratti e sedotti da lui, possiamo anche annunciarlo coraggiosamente e condividere la nostra gioia con altri.
"Vende tutti i suoi averi", perché "non si può servire due padroni: Dio e il denaro". Anche chi ha trovato “la perla di grande valore” ha bisogno di denaro per vivere in questa società, ma il proprietario del suo cuore sarà Dio. Chi ha scoperto la perla appartiene a lui e segue Gesù, come i primi discepoli, che “lasciandolo tutto, lo seguirono”. Non si lascia tutto per disprezzo delle cose o come prezzo da pagare, ma per l'accoglienza di un dono più grande, che attende la totale adesione e al quale tutto deve essere subordinato.
L'altra parabola, sulla "rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci", sembra orientarci verso la paura del giudizio finale, quando "verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni" e getteranno i cattivi "nella fornace ardente". Forse questa era la preoccupazione di san Matteo, che aveva una comunità un po' addormentata, bisognosa di essere scossa e incoraggiata. In realtà, lo scopo di questo paragone è simile a quello della parabola del grano e della zizzania. Convivono nella società, nella comunità cristiana e nei nostri stessi cuori, il bene e il male. Siamo chiamati a fare un processo di illuminazione e di pacificazione personale e comunitaria, senza giudicare nessuno, senza imporre il bene a nessuno, facendo crescere il bene e la giustizia secondo i ritmi e i percorsi di ciascuno e lasciando a Dio il giudizio ultimo. Più che uno sguardo verso il giudizio futuro, è un insegnamento per il presente, per impegnare la nostra vita. Tutto l’enorme lavoro e la pena di chi nel mondo idolatra il denaro e il potere avrà un esito inconsistente, degno di essere bruciato come paglia. I membri della comunità, se non producono oggi frutti buoni con opere concrete, diventano sconosciuti: "Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, operatori di male".

La conclusione di tutto il discorso in parabole sul regno di Dio, nel vangelo di Matteo, apre un orizzonte universale. Le tradizioni religiose del popolo ebraico e di tutti i popoli sono patrimoni importanti, che arricchiscono il progetto del Regno. Il discepolo sa armonizzare "cose nuove e cose antiche", il messaggio di Gesù e i valori delle culture del popolo a cui appartiene.
(Bernardino Zanella)

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