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Tunisia: polveriera Sfax

Violenze e deportazioni a Sfax, dove le tensioni sociali sfociano in brutalità contro i migranti dell’Africa Subsahariana.


È una vera propria “caccia all’uomo nero” quella in corso da giorni a Sfax, in Tunisia, dove le tensioni sociali tra la popolazione residente e i migranti subsahariani sono esplose in episodi di caos e violenze. I disordini nella seconda città del paese sono divampati dopo la morte di un tunisino, ucciso in un accoltellamento, del quale sono accusati tre migranti. È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: cittadini in rivolta hanno picchiato e cacciato i migranti subsahariani dagli appartamenti, spesso affittati in nero, costringendoli a lasciare la città in direzione della frontiera libica. Temendo per la loro incolumità, diverse centinaia di africani subsahariani si sono radunati alla stazione dei treni per fuggire, mentre altri si sono barricati in casa per paura di essere aggrediti. Rapidamente i social network si sono riempiti di foto e video che documentano aggressioni e abusi. L’esplosione di violenze, che ha causato diverse decine di feriti tra cui donne e minori, avviene in un contesto di forti tensioni sociali nella città portuale tunisina, alle prese con un forte afflusso di migrantinotevoli difficoltà economiche e istituzioni incapaci di gestire il fenomeno. Ieri il governo ha rafforzato la presenza delle forze dell’ordine nel governatorato, ma secondo gli attivisti per i diritti umani, video circolati in retemostrerebbero gli agenti costringere i migranti a salire su camion diretti alla frontiera libica. Centinaia di persone, tra cui donne e bambini, sarebbero state abbandonate in mezzo al deserto, a cavallo fra due frontiere...


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