Il governo di Netanyahu toglie alla Corte Suprema la facoltà di bloccare le decisioni dell’esecutivo giudicate “irragionevoli”. Migliaia scendono in piazza per protesta.
Il voto della Knesset di ieri segna un importante punto di svolta per Israele e per il processo di revisione del sistema giudiziario portato avanti dal governo Netanyahu. La cancellazione della clausola di ragionevolezza – uno dei punti più discussi della riforma – offre infatti nuove opportunità all’esecutivo. Tra queste il reintegro al suo incarico ministeriale di Aryeh Deri, leader del partito religioso Shas, così come l’approvazione di una nuova legge fondamentale che garantirebbe l’esenzione al servizio militare per gli ultraortodossi. Se il voto dimostra che il tavolo di trattative aperto a marzo con l’opposizione era destinato a fallire, l’immagine che resta è quella di un governo che procede imperterrito sulla strada di una riforma che sta lacerando il tessuto sociale e cambiando profondamente l’assetto istituzionale del Paese.
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