"De bello gallio": Chip wars: la mossa di Pechino

Dopo i colpi di USA-Giappone-Paesi Bassi, la Cina limita l’export di gallio e germanio. Il precedente delle terre rare con Tokyo. E ora chi risponde per primo?


La sfida tecnologica tra Cina e Stati Uniti continua a salire di livello e al centro rimangono le tecnologie emergenti come i semiconduttori. Il conflitto a distanza tra Pechino e Washington nell’ultimo anno ha subito un cambio di passo radicale ma, se fino a pochi mesi fa le misure più drastiche erano state prese dagli Stati Uniti, nelle ultime settimane sembra che anche la Cina si stia pian piano adattando alle nuove logiche della competizione in campo aperto.

Lunedì, infatti, Pechino ha annunciato l’introduzione dal primo agosto di nuove restrizioni all’export di due materiali critici, il gallio e il germanio. Il regolamento prevede che tutte le società cinesi che producono e commercializzano i due materiali (e i loro composti chimici derivati) dovranno chiedere un permesso al ministero del Commercio per esportare, o continuare a esportare, all’estero i propri prodotti. Per ricevere l’autorizzazione amministrativa le aziende dovranno comunicare alle autorità chi sono gli acquirenti stranieri e quali sono le applicazioni per cui i prodotti verranno usati. L’autorizzazione però sarà condizionata all’approvazione del Consiglio di Stato (l’equivalente cinese del Consiglio dei ministri), a riprova di quanto gli alti dirigenti di Pechino ritengano strategico il controllo diretto su un settore cruciale come quello dello sviluppo tecnologico.

Due gli articoli su questo tema:

https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/chip-wars-la-mossa-di-pechino-134783


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