Lasciare oggi tutto nelle mani di Mosca e Pechino mi sembrerebbe un atto di miopia politica e umanitaria. Il commento di Marco Mayer
Sono passati più di sei mesi dalla visita del ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov in Eritrea in cui ha incontrato il presidente Isaias Afwerki. L’agenzia di stampa russa ha sottolineato che nei suoi incontri Lavrov ha espresso l’interesse di Mosca per il porto e l’aeroporto di Massaua nell’ambito della crescente attenzione politica, militare ed economica della Federazione Russa nei confronti dell’Africa, del Mar Rosso e dell’area del Golfo. Un paio di settimane prima della sua visita era già stato stato siglato uno specifico protocollo di intesa tra il porto di Massaua e quello di Sebastopoli, la grande base militare navale russa. Il 22 marzo scorso, il ministro degli Esteri eritreoOsman Saleh ha ricambiato la visita incontrando Lavrov a Sochi. L’intenso scambio diplomatico tra Eritrea e Federazione Russa è culminato il 31 maggio 2023 con il vertice Mosca tra il presidente Vladimir Putin e l’omologo Afwerki.
Non c’è dubbio che la Russia abbia voluto premiare l’Eritrea – unico Paese africano che sin dall’inizio ha espresso il suo totale consenso all’invasione russa in Ucraina – ma il vertice al Cremlino ha anche sottolineato esplicitamente il valore strategico che l’Eritrea rappresenta per Mosca. Da qui l’intenzione di Mosca di potenziare la propria presenza militare ...
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