Beati i "costruttori" di pace, perché saranno chiamati figli di Dio

...la pace si "fa"...con le mani, con la mente, con il cuore e con l'adesione incondizionata al disegno di Dio...ogni giorno, partendo dalle piccole cose della vita quotidiana.

Siamo chiamati a "fare" la pace, tutti e ciascuno.
Peccato non ci sia più la parola "costruttori", nella traduzione CEI dei Vangeli...la parola "operatori" mi fa pensare solo agli sforzi diplomatici dei potenti...quasi a sollevare l'uomo comune dalle proprie responsabilità, nell'impegno per la giustizia
Una bella riflessione di Carlo Molari morto di recente, il 19 febbraio


Dobbiamo ricordare che l'orizzonte della pace è in continuo movimento, nel senso che la realizzazione di ogni progetto di pace apre nuovi orizzonti e prospetta ulteriori traguardi. Le mete raggiunte sono sempre provvisorie, perché ogni persona nasce con meccanismi di aggressività, che in molte circostanze, anche a causa di strutture sociali ingiuste e disarmoniche, assumono forma violenta. Solo l'educazione e quindi la cultura possono determinare l'orientamento pacifico delle comunità e la crescita armonica delle persone. La pace in questo senso non è mai un possesso definitivo, bensì è un'avventura da affrontare nella successione di eventi storici, da discernere e orientare. Per il credente la pace è una costruzione da realizzare accogliendo in tutte le situazioni l'azione pacificatrice di Dio.

I tre nomi shalomeirénè e pax, considerati nella loro nativa portata etimologica, mettono in evidenza tre aspetti della realtà «pace», che già presenti nell'AT ebraico e successivamente esplicitati nella versione greca e nel Nuovo Testamento, e ripresi poi dalla riflessione ecclesiale cristiana, illuminano la densità della realtà alla quale si riferiscono: la totalità integra del benessere oggettivo e soggettivo (shalom), la condizione propria dello stato e del tempo in cui non c'è guerra (eirénè) e la certezza basata sugli accordi stipulati e accettati (pax).

In particolare, il termine ebraico connota una componente religiosa della pace che rischia di andare perduta se non viene continuamente richiamata. Pace, infatti, indica l'armonia profonda che si realizza nella persona umana, nei rapporti fra le persone e fra i gruppi sociali, quando si seguono le leggi della Vita e si resta in sintonia con l'azione di Dio.

 

I costruttori di pace sono coloro che, avendo raggiunto una profonda armonia personale, sono in grado di indurre nella società dinamiche nuove di riconciliazione perché sanno portare il male degli altri. Le comunità costruttrici di pace sono i gruppi sociali capaci di svolgere questa stessa funzione all'interno della oileuméne umana. 


L'intera riflessione di Carlo Molari in Note di Pastorale Giovanile a questo link:



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