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Se incontrassimo oggi il Signore, cosa accadrebbe? - Un ricordo durante l'anafora degli operai morti


Ressa di gente, lui salta sulla barca e chiede di scostarsi dalla riva  e immagina che gli prestino attenzione. La delusione era palpabile come la rassegnazione per il fallimento di una nottata buttata via. “Abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla!” gli avevano detto con le reti vuote e la voglia di concentrarsi sulle sue parole. Ma, nella chiesa della Resurrezione, gli scout del VE2 hanno attualizzato il vangelo dopo aver letto li neuroscienziato Jahann Hari ed ecco che Gesù, invece di vedersi ascoltato dalla gente, viene assediato dagli smartphone della folla sul lago di Gennesaret che invece di prestargli attenzione sono presi dai video, dal postare sui social l’evento. Più che le parole del maestro sono presi dai mi piace e invece di fissarlo negli occhi contemplano i loro schermi di tablet e portatili…

Oggi sono i social i protagonisti, anche di fronte al Figlio di Dio, perdendo tutta la ricchezza dell’incontro con l’altro e con l’Altro. “I social stanno distruggendo la capacità di concentrazione delle persone” -scrive Hari- “perché stiamo attraversando una grave crisi dell’attenzione, con enormi conseguenze per il modo in cui viviamo. Le persone credono di fare più cose allo stesso tempo, ma in realtà sono come i giocolieri: Passano di continuo da un’attività all’altra. Al giorno d’oggi è impossibile avere un cervello normale: i giovani non riescono a concentrarsi su un compito per più di 65 secondi. Quante volte leggi i messaggini su Whatsapp? Sappi che se sei impegnato in una cosa e quando arriva un messaggio lo guardi – uno sguardo che dura appena tre secondi – e poi torni al tuo impegno, il cervello si deve riconfigurare, per passare da un compito all’altro. Deve ricordare cosa stava facendo prima e a cosa stava pensando. Così le prestazioni diminuiscono”. (Internazionale n.1445).

Durante la preghiera eucaristica, al momento della memoria dei defunti, gli scout del VE2 hanno chiesto a tutti di inginocchiarsi e hanno lentamente letto i 6 operai morti in questo ultimo periodo nelle fabbriche di Porto Marghera.

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