Può la chiesa cattolica non benedire le unioni dei suoi figli omosessuali?

 Dialogo di Gianni Geraci col teologo Andrea Grillo

Andrea Grillo dal 1994 insegna Teologia dei sacramenti e Filosofia della Religione, presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo di Roma. Ha pubblicato più di cinquanta libri, tra cui troviamo il suo saggio, scritto con Cosimo Scordato, “Può una madre non benedire i propri figli? Unioni omoaffettive e fede cattolica”.

Si tratta quindi di una delle persone più titolate per parlare di “Unioni omosessuali e fede cattolica”.


Professor Grillo, come è nata l’idea del libro “Può una madre non benedire i propri figli? Unioni omoaffettive e fede cattolica

L’idea del libro è scaturita dalla reazione al responsum del 22 febbraio scorso. Con Cosimo Scordato, al quale mi lega una lunga amicizia e che da tempo lavora anche in una pastorale di unioni omosessuali, abbiamo subito creato una bella sintonia e abbiamo pensato di mettere in comune le forze per scrivere una serie di commenti non solo al testo del responsum, ma alla qualità piuttosto scadente e poco intelligente della riflessione teologica sul tema della omosessualità.

Al Magistero servono categorie meno rozze e più comprensive. Per offrire veri chiarimenti occorre salvare i fenomeni di cui si parla. Quando le categorie impongono distinzioni che non sono adeguate e non colgono distinzioni effettive, non sono utili e spesso diventano dannose.

Non le pare che il problema di fondo sia legato al fatto che in ampi settori della chiesa cattolica non è ancora stata assimilato quanto l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato il 17 Maggio del 1987, ovvero che l’omosessualità è una «variante naturale del comportamento umano»?

Questo fatto che lei ricorda è esemplare. Una facile scappatoia, rispetto a questa dichiarazione, viene spesso costruita con questa argomentazione: sostenendo che la Chiesa non deve farsi influenzare dalla cultura, anche dalla cultura scientifica, e che ciò che è male resta male anche se la scienza immanentistica e liberale dice che è neutro.

Queste forme di ragionamento non sono molto antiche. In larga parte vengono dalla rinuncia alla cultura che l’antimodernismo di fine ottocento ha diffuso nella Chiesa, nei seminari, nelle facoltà teologiche. Una teologia “autosufficiente” è la premessa di una chiesa autoreferenziale. Così ogni tema problematico risulta sempre «già deciso prima» e così la Chiesa pretende di non poter decidere diversamente da come si è già deciso in passato. Non c’è Organizzazione Mondiale, Stato e o Dichiarazione che possa smuoverla da questa convinzione.

L'intera intervista a questo link:

https://www.gionata.org/puo-la-chiesa-cattolica-non-benedire-le-unioni-dei-propri-figli-omosessuali/?fbclid=IwAR2jRRoxBLIOOx7SF-V-FQxqyX-CZmZPu4DE1tPZMKCsovYfgT5RvH-KiUc


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