Quando le esperienze negative non vengono elaborate e viste come un fattore di crescita, ma vissute con rassegnata impotenza, in quanto segno della propria misera condizione, diventano una zavorra che impedisce all’uomo di andare avanti e crescere”. Su ilLibraio.it la riflessione del biblista frate Alberto Maggi, che riflette su quel “D’ora in poi”, l’invito e l’augurio di Gesù che spingerà le persone che incontra a cambiare, a non guardare indietro ma ad andare avanti e aprirsi al nuovo
La buona notizia di Gesù, quella di un amore divino che tutto perdona e tutto cancella, spinge gli uomini verso il nuovo, verso le meraviglie che l’accoglienza del progetto d’amore che il Padre ha per ogni creatura può far fiorire nella sua esistenza.
Ci ha creduto Maria. La sconosciuta ragazza di un malfamato paesino (“Da Nazaret può venire qualcosa di buono?”, Gv 1,46), una volta accolto il disegno di Dio su di lei, esclama: “D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata” (Lc 1,48). Non importa più quello che lei era. Maria ha creduto di essere un progetto d’amore da parte di Dio e quel “d’ora in poi” la proietta in un futuro ricco di promesse.
“D’ora in poi” sarà l’invito e l’augurio di Gesù che spingerà le persone che incontra a cambiare, a non guardare indietro ma ad andare avanti e aprirsi al nuovo (“Se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate, ecco, ne sono nate di nuove”, 2 Cor 5,17).
https://www.illibraio.it/news/storie/dora-in-poi-1417113/
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