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L'inferno libico non è un "effetto collaterale", ma il prodotto diretto degli accordi Italia-Libia

L'orrore dei lager di Tripoli: donne violentate e uomini picchiati
Due dossier contro Italia ed Unione Europea sono stati presentati alla Corte penale internazionale dell’Aja



Nei 5 anni dell’accordo 8mila morti, 80mila intercettazioni e un sistema di abusi e violenze. Avrebbe dovuto fermare partenze e naufragi, ha favorito il business dei trafficanti. Nello stesso periodo gli sbarchi in Italia sono stati 255mila. 80mila arrivi in più non avrebbero cambiato le sorti italiane.

L’Italia in questi 5 anni ha speso 962 milioni di euro per bloccare i flussi migratori e finanziare le missioni navali italiane ed europee». Oltre 32 milioni sono andati alla «guardia costiera» accusata da agenzie Onu e Ong di metodi brutali contro i migranti e collusioni con i trafficanti. 

Due dossier contro Italia ed Unione Europea sono stati presentati alla Corte penale internazionale dell’Aja dall’avvocato Omer Shatz nel 2019 e da un pool di associazioni di giuristi due settimane fa (UpRights, Olanda; Adala for all, Francia; StraLi, Italia). Lo sostiene anche Asgi che ha pubblicato un lungo documento firmato da 100 realtà – tra cui Emergency, Fondazione migrantes, Un ponte per, Uil – per chiedere la revoca del memorandum. Questo, si legge nel testo, «sta nei fatti agevolando la strutturazione di modelli di sfruttamento e riduzione in schiavitù all’interno dei quali sono perpetrate in maniera sistematica violenze tali da costituire crimini contro l’umanità».

(da  in Il Manifesto 1/2/22)

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