Marco Marzano in “Domani” del 31 gennaio 2022 afferma che l'inchiesta parte con il piede sbagliato perchè nell'intervista del Presidente della Cei, card. Gualtiero Bassetti, la buonissima notizia appare subito offuscata da quel che il cardinale dice nel seguito dell’intervista. In primo luogo perchè, Bassetti non menziona mai l’espressione “commissione indipendente” e anzi fa intendere chiaramente che la Cei vuole determinare nel merito la metodologia dell’indagine, escludendo ogni seria valutazione quantitativa del fenomeno e privilegiando come fonte dei dati «i servizi diocesani per la tutela dei minori», ovvero degli organi interni alla chiesa quasi sempre diretti da personale ecclesiastico di nomina vescovile. A differenza di quanto hanno fatto quelli francesi e tedeschi, i vescovi italiani non affiderebbero l’eventuale inchiesta a un organismo composto da studiosi davvero indipendenti e autorevoli, messi in grado di agire in forma completamente autonoma dalla chiesa, di richiedere l’accesso ai dossier segretati degli archivi diocesani, di formulare appelli alle vittime sinora rimaste in silenzio affinché raccontino, con la garanzia dell’anonimato, le loro vicende e infine di produrre delle stime quantitative affidabili sulla diffusione complessiva nel fenomeno. No, la chiesa italiana non si servirebbe di questo strumento, ma di una raccolta di dati generici che provengono dai singoli uffici diocesani, casomai filtrati dall’approvazione del vescovo e dall’imprimatur dello stesso Bassetti.
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In “www.noisiamochiesa.org” del 29 gennaio 2022 si afferma che continua l’inerzia dei nostri Vescovi che ignorano la proposta di una Commissione di indagine indipendente organizzando solo commissioni diocesane di formazione e di prevenzione che eludono i problemi principali che riguardano il passato. Il gesuita padre Hans Zollner, l’uomo di maggior fiducia di papa Francesco sulla questione degli abusi, responsabile del Centro per la protezione dei minori della Università Gregoriana, ha rilasciato un’intervista venerdì 21 gennaio a “La Stampa” in cui sostiene che “ormai il fenomeno è chiaro: nel mondo in ogni regione tra il 3 e il 5% dei preti è un abusatore. Abbiamo dei criminali tra noi. Per questo dobbiamo ancora fare passi avanti per purificare la Chiesa”. Anche in Italia - dice Zollner - ci vorrebbe una Commissione d’indagine “per guardare in faccia la realtà” e “perché questo tipo di indagini condotte in modo oggettivo e pubblicate servono assolutamente”. Sembrava un invito diretto al Consiglio Episcopale Permanente della CEI convocato per lunedì 24 per procedere in questa direzione. Ma questo suggerimento ancora una volta non è stato accolto.Nel comunicato finale, dopo aver ricordato le commissioni di formazione dei seminaristi e di chi si occupa dei giovani che si stanno organizzando nelle diocesi, la vicinanza alle vittime e dopo aver taciuto sulla proposta della Commissione d’indagine, si dice “la ricerca della giustizia nella verità non accetta giudizi sommari”. È una espressione che sembra dettata da quell’ala dell’episcopato italiano che, da lungo tempo, minimizza il fenomeno degli abusi nel nostro paese (“in Italia la situazione è diversa”) e che sostiene, sottovoce o ad alta voce, che si userebbe questa questione per attaccare a buon mercato la Chiesa.
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