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Le "beatitudini" e i "lamenti"

Le beatitudini e i lamenti non congelano lo status quo, ma provocano e spingono tutti ad aderire ad una proposta di vita, a conformarsi a quella di Gesù.

 

Attorno a Gesù si sono polarizzati persone provenienti da diversi orizzonti e da diverse scelte politiche in tre centri concentrici: i dodici, i discepoli e il popolo, tutti comunque ebrei; rispettivamente gli scelti, quelli che sono interessati al suo insegnamento e quelli, venuti da ogni dove, rimasti affascinati dal suo agire. Questo è l’uditorio. Luca però precisa che, in questa occasione, Gesù si rivolge ai discepoli: “alzati gli occhi verso i suoi discepoli, diceva… “; la moltitudine del popolo non è dunque destinataria immediata del discorso di Gesù.

 

La beatitudine di cui si parla, non è un piatto essere beati che non sa vedere in faccia la realtà: è beatitudine perché apre un avvenire di cui il presente non può dare alcuna idea. Più che dichiarazione, la beatitudine è, anche se espressa al presente, una promessa che non deluderà, perché il garante Dio stesso.

Luca, a differenza di Matteo, è molto concreto che i “lamenti” rinforzano: poveri/ricchi, fame/sazietà, piangere/ridere. I beati però non sono tali per la situazione di difficoltà nella quale si trovano, bensì perché sono discepoli che stanno con Gesù, il profeta messianico che riapre l’avvenire e, in lui, il Regno di Dio è già ora loro e per sempre. Il Regno di Dio non è un luogo o uno spazio di cui Dio è il re (come il regno di Giuda o l’Inghilterra), ma è la situazione nella Dio regna nel modo nel quale Gesù vive e agisce.

 

A i “beati”, Luca contrappone una allocuzione normalmente tradotta con “guai a voi” come se fosse una maledizione. Ma il greco ouaì corrisponde piuttosto a un “ohimè!” e rispecchia le introduzioni dei lamenti che si fanno sui morti o su quelli che sono senza futuro: sono chiusi al futuro del Signore, perché tutti concentrati sul loro oggi, sulla loro autosufficienza. Rinchiusi nella loro situazione di benessere, non gli riesce ad essere suoi discepoli, perché non riescono a condividere il suo modo di essere e di vivere. 

 

Attenzione però, le beatitudini e i lamenti non congelano lo status quo nel quale una persona si trova, ma provocano e spingono tutti ad una reale conversione, ad aderire ad una proposta di vita, a conformarsi a quella di Gesù.

 

(sintesi di un commento di D. Attingher)


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