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IsrTrump, la Corte costituzionale e il pericolo teocratico negli Usa e altrove

Le esperienze storiche ci insegnano che strumentalizzare il nome di Dio, e renderlo “autore” di alcune scelte, molto spesso nasconde un progetto teocratico. La riflessione di Rocco D’Ambrosio, ordinario di Filosofia Politica alla Pontificia Università Gregoriana di Roma


“Dio ha deciso” (“God made the decision”). Sono queste le parole che Donald Trump ha proferito a commento della decisone con cui, la Corte suprema degli Stati Uniti, ha abolito la storica sentenza Roe contro Wade, del 1973, che legalizzava l’aborto nel Paese. Ora, quindi, i singoli Stati federali saranno liberi di applicare le loro leggi in materia.

Esprimo alcune note personalissime non in merito alla questione dell’aborto, ma solamente sul fatto che la sentenza venga accolta da Trump e dai suoi sostenitori, specie dell’area cattolica intransigente e tradizionalista, come “volontà di Dio”. La forzatura non è assolutamente nuova nella storia dei rapporti tra Stati e comunità di fede religiosa (ebraica, cristiana, musulmana, per citare le abramitiche). Quando una legge o una decisione governativa sembrano coincidere con la individuale visione religiosa, del mondo e della storia, sorge sempre qualche paladino della causa che deve suggellare il tutto dicendo che “Dio è dalla nostra parte”, come cantava Bob Dylan “With God on our side”. Ma è proprio cosi?


L'opinione di D'Ambrosio continua a questo link:

https://formiche.net/2022/06/aborto-corte-costituzionale-usa-dambrosio/




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