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Le richieste della diocesi di Barcellona al sinodo: celibato facoltativo e sacerdozio alle donne

«Non c’è coerenza fra quello che si predica e quello che si fa»: è questa l’osservazione pesantissima contenuta nel documento di sintesi del dibattito avvenuto nella diocesi di Barcellona quale contributo al Sinodo che si svolgerà a Roma nell’autunno del 2023. Il documento è stato presentato il 29 maggio presso il Collegio dei Maristi alla presenza di circa 700 persone provenienti da vari punti dell’arcidiocesi e dell’arcivescovo della città, card. Juan José Omella


«Siamo tutti sulla stessa barca», ha detto l’arcivescovo riferendosi alla partecipazione di persone molto diverse al processo di ascolto e riflessione aperto dal Papa, e tutti i partecipanti, ha voluto sottolineare, «sono degni di rispetto». L’elaborato, che il cardinale presenterà in una data ancora non stabilita, è stato inviato alla Conferenza episcopale, nei cui locali, l'11 giugno, i responsabili diocesani del Sinodo delle settanta diocesi spagnole si incontreranno per iniziare la fase di armonizzazione di tutti i contributi in un documento unico destinato a Roma.
Intitolato semplicemente “Síntesi de la fase diocesana del Sínode 2021- 2023” e corredato dal lungo elenco di tutte le parrocchie, associazioni e movimenti che hanno partecipato al primo passo del cammino sinodale, il testo (reperibile in catalano al link) ha fra i suoi punti forti questioni quali il sacerdozio delle donne e il celibato facoltativo dei preti.
Una sorta di premessa di base del documento, proprio di fronte all’“incoerenza fra quello che si dice e quello che si fa”, riguarda la necessità di un diverso atteggiamento ecclesiale: «L'intera comunità cristiana si avvicini alle persone storicamente escluse; ascolti coloro che non sono ascoltati; aiuti a chiudere le ferite emotive; accompagni le persone in movimenti difficili e problematici». Insiste, perché questa vicinanza sia concreta ed efficace, sull’uso di «un linguaggio ecclesiale – a tutti i livelli – semplice e chiaro, al passo con i tempi in cui viviamo, comprensibile a tutti».
Poi l’affondo sulle richieste più scottanti: sia aperta «la possibilità del celibato facoltativo o la possibilità di accesso al sacerdozio per gli uomini sposati»; sia possibile per le donne di assumere un ruolo attivo nella vita ecclesiale e «procedere alla riflessione sul loro accesso al diaconato e, se possibile magistralmente, al sacerdozio»; si sollecita la Chiesa affinché «promuova il ruolo dei laici, favorendone l'effettivo coinvolgimento nella vita delle comunità e dei gruppi, e della diocesi. In questo senso, una menzione speciale va fatta al riconoscimento reale ed effettivo dell'eguaglianza e della dignità di tutti i battezzati, specialmente delle donne». Se ne deduce che sarà molto interessante ascoltare intanto il card. Omella alla presentazione del documento, e vedere poi quanto di queste richieste rimarrà nel contributo “nazionale” che la Chiesa spagnola farà giungere alla Segreteria vaticana del Sinodo.

(Eletta Cucuzza - Adista)

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