Risulta strano come siano apparsi così pochi commenti sulla lettera apostolica che il 29 giugno 2022 papa Francesco ha dedicato alla “formazione liturgica del popolo di Dio, come rari sono stai pure sulla riforma della Curia romana andata il vigore il giorno di Pentecoste
Con questa espressione si vuole ritornare al carattere “comune” dell’atto liturgico, anzitutto eucaristico, di cui i soggetti sono Cristo e la Chiesa. Se si acquisisce la qualità di “celebranti” di tutti i battezzati, come fa DD in modo chiarissimo, allora è evidente che la duplice formazione (alla liturgia e da parte della liturgia) possa avvenire solo grazie ai riti scaturiti dalla riforma, che hanno ristabilito in modo limpido questa antica verità: “Ricordiamoci sempre che è la Chiesa, Corpo di Cristo, il soggetto celebrante, non solo il sacerdote.” (36).
Dopo che, a partire da “Redemptionis Sacramentum”, ci eravamo abituati ad ascoltare interventi magisteriali sulla liturgia ricchi solo di preoccupazioni, di limitazioni, di esitazioni, di timori, di messe in guardia, un testo orientato a riprendere il cammino della riforma liturgica, che assuma un solo ambito di confronto comune e che elimini, strutturalmente, il tarlo di un “secondo tavolo” su cui poter fare la “vera esperienza liturgica”, è un grande evento. Il suo orizzonte è il Concilio Vaticano II e la preziosa sua eredità, che DD 31 sintetizza così:
“Se la Liturgia è “il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia” (Sacrosanctum Concilium, n. 10), comprendiamo bene che cosa è in gioco nella questione liturgica. .....
L'intera riflessione di Andrea Grillo a questo link:
Il testo della Lettera Apostolica “Desiderio Desideravi” a questo link:
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