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La liturgia e il desiderio di comunione

Risulta strano come siano apparsi così pochi commenti sulla lettera apostolica che il 29 giugno 2022 papa Francesco ha dedicato alla “formazione liturgica del popolo di Dio, come rari sono stai pure sulla riforma della Curia romana andata il vigore il giorno di Pentecoste

Andrea Grillo ha pubblicato questo suo tentativo di sintesi, lo poniamo all'attenzione allegando anche il link al testo della Lettera Apostolica che, in ogni caso, andrebbe letta, discussa e resa propria con molta attenzione


La lettera apostolica - scrive Andrea Grillo - ci offre un primo livello di intenzione, sul quale mi soffermo, che traspare dalle prime righe e da una ripresa potente, negli ultimi numeri del testo (composto di 65 brevi numeri).
Il papa inizia indicando in che modo il testo si colloca esplicitamente nella ripresa del disegno conciliare e supera in modo netto la lunga fase di esitazione, che aveva segnato la Chiesa cattolica lungo la fase finale del pontificato di Giovanni Paolo II e più nettamente durante il pontificato di Benedetto XVI. Che cosa deve essere riportato al centro della attenzione? Il testo lo dice con una espressione “classica”: la “formazione liturgica”.

Con questa espressione si vuole ritornare al carattere “comune” dell’atto liturgico, anzitutto eucaristico, di cui i soggetti sono Cristo e la Chiesa. Se si acquisisce la qualità di “celebranti” di tutti i battezzati, come fa DD in modo chiarissimo, allora è evidente che la duplice formazione (alla liturgia e da parte della liturgia) possa avvenire solo grazie ai riti scaturiti dalla riforma, che hanno ristabilito in modo limpido questa antica verità: “Ricordiamoci sempre che è la Chiesa, Corpo di Cristo, il soggetto celebrante, non solo il sacerdote.” (36).

Dopo che, a partire da “Redemptionis Sacramentum”, ci eravamo abituati ad ascoltare interventi magisteriali sulla liturgia ricchi solo di preoccupazioni, di limitazioni, di esitazioni, di timori, di messe in guardia, un testo orientato a riprendere il cammino della riforma liturgica, che assuma un solo ambito di confronto comune e che elimini, strutturalmente, il tarlo di un “secondo tavolo” su cui poter fare la “vera esperienza liturgica”, è un grande evento. Il suo orizzonte è il Concilio Vaticano II e la preziosa sua eredità, che DD 31 sintetizza così:

Se la Liturgia è “il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia” (Sacrosanctum Concilium, n. 10), comprendiamo bene che cosa è in gioco nella questione liturgica. .....

L'intera riflessione di Andrea Grillo a questo link:

http://www.cittadellaeditrice.com/munera/la-liturgia-e-il-desiderio-di-comunione-su-desiderio-desideravi-di-papa-francesco/?fbclid=IwAR0eXz68ROXzOZ7ywKV9FokwO4VCkfskojZCm-c4pAhs7m2JE0RThPfXzc0


Il testo della Lettera Apostolica “Desiderio Desideravi” a questo link:

https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2022/06/29/0501/01027.html?fbclid=IwAR1sCfIDTbY9NZfcJ6F4BBTn3F0m044NGVnUFKMHk2-Tw17UkhWaYYPAcUc#IT


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