Luca, insieme ai suoi tre compagni Matteo, Marco e Giovanni, ci ha consegnato una immagine particolare e personale di Gesù. Gesù non ha scritto nulla di sé, ma ha affidato a quattro suoi discepoli la missione di tramandare la memoria di ciò che egli ha fatto e detto. Ognuno di questi “testimoni” lo ha fatto a modo suo. Per questo noi abbiamo quattro “ritratti” di Gesù.
Luca ci ha consegnato un Gesù «in viaggio»: per luca Gesù è un “viandante” speciale, che non devia mai da suo percorso. È un viaggio che inizia quasi a metà del suo racconto (Lc 9,51) e da qual momento in poi Gesù non fa’ nessuna deviazione, ma decisamente rivolge il suo Volto verso Gerusalemme. Il Gesù di Luca è un viandante che cammina verso la città santa.
Si tratta di un viaggio più “teologico” o “cristologico”, che di un viaggio “geografico”. La cartina che segue Gesù per camminare verso la sua meta, non ha i tratti fisici della Terra di Israele, quanto le vie tracciate dal Padre nelle Scritture. È la Scrittura che fa da mappa nel cammino di Gesù. Ai suoi discepoli egli dirà, al temine del suo cammino: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». (Lc 24,44).
La meta del suo cammino è, così come il percorso, secondo la Parola di Dio: ciò che nella città di Gerusalemme si sarebbe realizzato, cioè il dono della sua vita fino alla fine. A Gerusalemme Gesù vive fino in fondo, fino a dare la vita, ciò che lungo la strada ha insegnato ai suoi discepoli in parole e opere.
Ma se questo è il volto di Gesù che Luca ci consegna, egli ci parla anche di un volto dei discepoli: il viaggio è anche “ecclesiologico”. Anch’essi, come il loro maestro, sono “viandanti”. Gesù li manda «davanti al suo volto», cioè nella stessa direzione del suo cammino, verso la medesima meta, compiendo le stesse opere e avendo come unica cartina stradale le Scritture Sante. Essi non andranno a titolo personale, ma precederanno Gesù per annunciare a tutti il suo arrivo.
Anche i discepoli, come il loro Signore, che non aveva pietra sulla quale appoggiare il capo (Cf Lc 9,58), dovranno partire senza equipaggiamento e non dovranno fare alcuna deviazione, né avere alcuna distrazione («non salutate nessuno»). Non dovranno avere altra sicurezza che chi li ha inviati e coloro che li accoglieranno. La loro vita dipenderà dal loro Maestro e da coloro ai quali sono inviati. Dovranno totalmente vivere per gli altri, imitando la “pro-esistenza” del loro Signore. Non dovranno passare di casa in casa, perché il fine del loro viaggio non è quello di trarre un profitto per sé. Dovranno dire e fare solo ciò che, lungo il suo viaggio ha detto e fatto il loro Maestro: guarire i malati e annunciare la prossimità del Regno di Dio.
Ecco un piccolo tratto di ciò che ci dona Luca: il nostro volto di viandanti, in cammino dietro il Viandante che ci precede a Gerusalemme.
(Matteo Ferrari, monaco di Camaldoli)
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