Verso il matrimonio: un kerigma irricevibile

Il documento del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, intitolato "Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale. Orientamenti pastorali per le chiese particolari "chiede un “serio ripensamento” della pastorale media per le coppie, ma in esso emergono alcuni freni ed impedimenti a tale ripensamento.


Il primo riguarda il tentativo di trasformare la preparazione al sacramento in un nuovo annuncio della fede cristiana, un rinnovato kerigma, che, declinato sul tema del matrimonio, possa riaccendere la fede. Per fare questo non basta ribadire le verità del matrimonio cristiano, ma è necessario che la presentazione della sua bellezza possa essere percepita come attraente secondo le categorie di chi riceve l’annuncio, non secondo quelle di chi lo proclama. Tali persone, mediamente, oggi, sono attirate da ciò che provoca emozione e senso di energia, da ciò che tocca il cuore e il corpo più e prima che la testa.

La sensazione che abbiamo avuto, leggendo il documento, è che questa scelta, sia per il contenuto che per la forma, non sia semplicemente un errore comunicativo, ma sia frutto dell’impostazione antropologica di fondo con cui il documento è scritto. In essa le dimensioni istintive ed emozionali di una relazione sponsale non vengono mai indicate come fonti di bellezza per chi vive la relazione nella fede; spesso sono semplicemente date per scontate, perché dal punto di vista spirituale sembrano ininfluenti, oppure, nel peggiore dei casi, sono percepite come fonte di rischio. O ancora, sono subordinate a un appello alla volontà: che rischia di diventare volontarismo se non armonizzato in una visione integrale dell’umano, che abbracci corpo, emozioni, sentimenti, ragione, volontà.


L'intera accurata analisi del testo a questo link:

https://www.vinonuovo.it/teologia/pensare-la-fede/verso-il-matrimonio-2-un-kerigma-irricevibile/


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