Mons. Bizzeti (vicario apostolico Anatolia): “La guerra mondiale a pezzi che dall’Italia non vediamo”

 "Di fatto si stanno scontrando due sistemi di civiltà: quello oligarchico e quello democratico; quello basato sul rispetto degli accordi internazionali e quello dell’aggressione brutale dove vince il più forte. Di tutto questo sembra ci sia scarsa consapevolezza in Italia". Parla mons. Paolo Bizzeti, gesuita fiorentino dal 2015 è vicario apostolico dell’Anatolia, la regione asiatica della Turchia: "Sarebbe ingenuo pensare che l’Italia e l’Europa possano accogliere tutti. Ma è miope e anche ingiusto pensare di delegare alla Turchia la gestione di milioni di rifugiati"

Il vescovo Paolo Bizzeti, gesuita fiorentino, dal 2015 è vicario apostolico dell’Anatolia, la regione asiatica della Turchia. La sua sede è a Iskenderun, sul Mediterraneo, vicino al confine con la Siria, ma la diocesi arriva sino al Mar Nero, a 1200 chilometri di distanza.


Lei è vescovo in una terra che ospita i profughi di diverse guerre. Come vede, dal suo punto di osservazione, la guerra in Ucraina?   
La guerra in Ucraina riguarda direttamente la Turchia, non solo per i problemi legati al costo del gas, al porto di Odessa – importante snodo per il commercio turco – e non solo per i rifugiati che scappano dalla guerra anche in Turchia. Ci sono due altri motivi significativi e forse poco conosciuti in Italia: il primo riguarda il turismo, infatti negli anni scorsi circa due milioni di ucraini venivano ogni anno in vacanza in Turchia, soprattutto nelle zone del mare, al sud. Ma il secondo è ancora più importante e riguarda il controllo del Mar Nero, che è forse la vera causa di questa sciagurata guerra. Le grandi potenze europee e asiatiche cercano di controllare questo fondamentale snodo del sistema economico e geostrategico.

 

La Turchia controlla, come tutti sanno, la costa sud, il Bosforo e lo stretto dei Dardanelli; ma in epoca ottomana cercò di estendere il suo potere anche sulla costa nord in conflitto con la Russia che progressivamente ne assunse il controllo, anche grazie al dominio su Bulgaria e Romania, almeno fino alla caduta dell’Urss. Adesso la politica di Putin e degli oligarchi mira chiaramente a estendere il dominio sul Mar Nero: per questo l’appoggio al partito filorusso in Giorgia nel 2008, l’intervento per il controllo del Nagorno Karabakh, l’appoggio ai ribelli delle zone limitrofe del Caucaso, avendo sempre di mira la ricostituzione dell’impero bolscevico.

 

La Turchia in tutto questo prosegue in due direzioni: da una parte, come membro della Nato, cerca di allinearsi alla strategia degli alleati militari. Ma d’altra parte …



L'intervista di Riccardo Bigi continua a questo link:


https://www.agensir.it/mondo/2022/07/07/mons-bizzeti-vicario-apostolico-anatolia-la-guerra-mondiale-a-pezzi-che-dallitalia-non-vediamo/?utm_source=mailpoet&utm_medium=email&utm_campaign=la-newsletter-di-agensir-it_2



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