Dopo sei anni di missione, monsignor Javier Herrera-Corona, inviato speciale del Vaticano nell’ex colonia britannica, ha rilasciato un duro messaggio sulle limitazioni delle libertà imposte da Pechino
“Sta per arrivare un cambiamento ed è meglio essere pronti […] Hong Kong non è più il grande spazio cattolico che era”. L’avvertimento arriva da monsignore Javier Herrera-Corona, rappresentante non ufficiale del Vaticano nell’ex colonia britannica, oggi territorio autonomo nel sudest della Cina.
Dopo un impegno di sei anni, Herrera-Corona si è rivolto alle 50 missioni cattoliche a Hong Kong, chiedendo loro di fare attenzione perché le libertà di cui hanno goduto questi anni sono a suo parere finite.
Un articolo pubblicato da Reuters sostiene che da ottobre del 2021 il monsignore ha spiegato in diversi incontri privati come la Cina sta rafforzando il controllo e la sorveglianza della popolazione di Hong Kong, per cui i missionari devono proteggere proprietà, archivi e fondi.
Erano i tempi della repressione delle forze di sicurezza cinese contro chi manifestava a favore degli attivisti pro-democrazia, ma secondo Herrera-Corona c’era già un piano del governo di Pechino per integrare la strategia di controllo e limitare diversi gruppi religiosi, come accade nella Cina continentale.
Dal momento che è entrata in vigore la legge di sicurezza nazionale a Hong Kong nel 2020, vietando le operazioni delle forze straniere, Herrera-Corona cominciò a spostare scatole di documenti per essere trasportati all’estero.
Per decadi, diversi gruppi di missionari stranieri hanno operato a Hong Kong senza grandi limitazioni, facendo dell’ex colonia britannica un enclave cattolico molto vicino alla Cina continentale.
Sebbene il Vaticano non abbia rappresentanti ufficiali in Cina, in seguito alla fine dei rapporti diplomatici nel 1951, a Hong Kong ci sono stati due inviati residenti in una villa a Kowloon. Uno di questi è Herrera-Corona, che però a marzo è stato nominato ad un nuovo incarico nella Repubblica del Congo e per questo lascerà l’isola.
Un altro campanello d’allarme sulla situazione dei diritti umani e libertà individuali è stato l’arresto a maggio del novantenne ex vescovo di Hong Kong, cardinale Joseph Zen. L’accusa è di avere contribuito ad un fondo di sostegno per i detenuti delle proteste pro-democrazia.
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