Su questo Blog ci sono stati più post sulla situazione in Tigrai. Ora la guerra si è fermata (grazie alla Cina) ma la siccità e la carestia conseguente (che è una realtà ricorrente nel Corno d'Africa a scadenze quasi ritmiche) stanno causando una crisi gravissima.
Sono arrivati a Marghera da tutto il nord Italia, pochi ma uniti i tigrini che vivono tra noi chiedendoci di conoscere il loro dolore e partecipare la loro lotta. Almaz è una donna forte ma quando il suo racconto arriva alla pulizia etnica e alle migliaia di donne stuprate, gli occhi sono ormai bagnati di lacrime. “Grazie a questa comunità che ci ha accolto, pregate per noi”-supplica durante la Messa dalla tenda di Abramo allestita sotto l’ambone. “Io vivo a Udine ma il mio cuore è con la mia famiglia nel Tigray che lotta e prega. Sono già state uccise 6.000 persone e migliaia di mine antiuomo made in Italy hanno dilaniato gli arti dei nostri figli, nel silenzio del mondo”.
“Sotto la quercia di Mambre”, cantava Turoldo, “genti di tutta la terra diventano ospiti di Dio”. Oggi alla Cita la Parola della Genesi, sull'accoglienza che Abramo offre a tre sconosciuti, è diventata la carne dolorante e ferita dei tigrini etiopi, carne scura come il loro pane injera spugnoso che ci hanno donato.
“Dal 2020 le peggiori atrocità sui civili si sono svolte realizzando una campagna implacabile di pulizia etnica, con l'acquiescenza e la partecipazione delle forze federali etiopi", afferma il Rapporto di Amnesty International che porta già nel suo titolo tutto il dolore che oggi alla Cita ci è stato raccontato e consegnato dai volti di Almaz e tutti gli etiopi: "Vi cancelleremo da questa terra" (A.I. Nous t'effacerons de cette terre, 5 Aprile 2022).
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