Il parlamento srilankese elegge il premier Ranil Wickremesinghe a presidente. Una nomina che rischia di fomentare la rabbia dei manifestanti che da giorni chiedono le sue dimissioni.
Non sarà il presidente di tutti, questo pare certo. Ranil Wickremesinghe, primo ministro dello Sri Lanka fino a pochi giorni fa, è stato eletto presidente. Con 134 voti su 219, il parlamento di Kotte (sede dei legislatori) ha scelto il successore di Gotabaya Rajapaksa, il presidente fuggito a Singapore mentre i manifestanti occupavano il palazzo presidenziale a Colombo. Il candidato Dullas Alahapperuma, dissidente del partito di governo Sri Lanka Podujana Peramuna (SLPP), è arrivato secondo con 82 voti. Wickremesinghe – che una settimana fa era stato nominato presidente ad interim – resterà in carica fino a novembre 2024, ovvero il tempo che mancava alla conclusione del mandato di Rajapaksa. Le sfide sono però imminenti: trainare il paese fuori dalla crisi economica e sociale che ha causato la peggior recessione dall’indipendenza e una diffusa scarsità di beni e generi di prima necessità. Il suo mezzo mandato inizia in salita a causa della rabbia della piazza, che ne chiedeva le dimissioni mentre era ancora premier. Per i manifestanti, la “promozione” a capo dello stato sa di beffa, anche se lo scenario era ampiamente prevedibile. Wickremesinghe gode infatti dell’appoggio del SLPP ed è ritenuto molto vicino ai Rajapaksa, dinastia politica srilankese accusata di corruzione e di avere enormi responsabilità nella crisi in corso.
La situazione in Sri Lanka è grave e, il compito del neo Presidente molto impegnativo. Si stima che l’80% della popolazione viva in condizioni di emergenza alimentare. Come altri, il paese ha affrontato una triplice crisi: la pandemia, l’aumento del costo del debito e la crescita dei prezzi del cibo a causa della guerra in Ucraina. In generale, lo Sri Lanka rischia di essere solo il primo di una lunga serie di paesi a finire nell’occhio del ciclone di questa tempesta combinata. Secondo le stime del FMI, più del 60% dei paesi a basso reddito si trova in condizioni di forte vulnerabilità. Quello srilankese rischia inoltre di diventare un caso di studio sul funzionamento del debito contratto con la Cina, che ammonta a 6,5 miliardi di dollari.
L'intero articolo a questo link:
https://ispo.campaign-view.eu/ua/viewinbrowser?od=3zfa5fd7b18d05b90a8ca9d41981ba8bf3&rd=166050cd1a593b6&sd=166050cd1a4c631&n=11699e4bed58251&mrd=166050cd1a4c61b&m=1
Nessun commento:
Posta un commento