È molto faticoso essere genitori oggi, con figli che sono veri e propri natanti digitali. Ma è necessario avere le idee chiare. Ho provato a raccontare tutto questo in Vietato ai minori di 14 anni, il nuovo libro che ho scritto con Barbara Tamborini, basato sulla nostra esperienza professionale, ma anche sulla nostra vita di genitori di quattro figli. Qui sotto vi propongo alcuni buoni consigli per un’educazione digitale famigliare rispettosa dei bisogni di crescita dei nostri ragazzi.
«Voglio farmi il profilo su Instagram». Quanti di voi si sono sentiti fare questa richiesta da un figlio preadolescente o adolescente? Probabilmente quasi tutti. Forse molti figli nemmeno lo hanno chiesto, perché in molti, dentro ai social, ci vanno in totale autonomia, senza percepire alcuna necessità di un accompagnamento e di una supervisione educativa da parte degli adulti di riferimento. Eppure quel sostegno, quello sguardo vigile che limita, consiglia e fornisce indicazioni è più che mai necessario.
Sta generando un ampio dibattito internazionale la notizia di una ricerca realizzata a uso interno di Instagram e mai resa pubblica, fino al 14 settembre, quando il Wall Street Journal ha pubblicato i dati di uno studio finalizzato a comprendere quale impatto ha sui minorenni l’uso di questo social network. I dati sono molto problematici e, anche se nessuno al di fuori dell’azienda avrebbe dovuto conoscerli, è bene invece esserne consapevoli. Il 32% delle ragazze iscritte a Instagram afferma che questo social contribuisce ad aumentare l’ansia che provano intorno alla propria immagine corporea: ovvero, le fa percepire brutte, diverse da come vorrebbero essere. La costante attività di confronto con corpi perfetti, volti limati e abbelliti dall’uso di filtri genera una sensazione di inadeguatezza che va ad amplificare quella che già fisiologicamente molti soggetti in età evolutiva provano di fronte alle profonde trasformazioni che vivono a livello corporeo.
L'intero intervento di Alberto Pellai a questo link:
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