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Il concilio e… il celibato dei sacerdoti

L’intero n. 16 di Presbyterorum Ordinis è dedicato a ribadire “l’imposizione per legge” del celibato ai sacerdoti della Chiesa latina. Se la razionalità non è assente dal testo del concilio qualche domanda è necessaria.


Presbyterorum ordinis (PO) è il documento del concilio sul ministero e la vita dei sacerdoti. Viene votato in extremis, il giorno prima della chiusura del Vaticano II. L’intero n. 16 è dedicato a ribadire “l’imposizione per legge” del celibato ai sacerdoti della Chiesa latina.

Il testo impernia questo obbligo sulla “convenienza” del celibato allo stato sacerdotale, riconoscendo che tale condizione “non è certamente richiesta dalla natura stessa del sacerdozio, come risulta evidente se si pensa alla prassi della Chiesa primitiva e alla tradizione delle Chiese orientali, nelle quali vi sono degli eccellenti presbiteri coniugati”. Il concilio, quindi, ammette che la decisione della Chiesa non nasce da come Cristo ha costituito il sacramento dell’ordine, ma da una propria scelta che di per sé, non ha obbligatorietà divina e perciò può anche essere revocata.

Coerentemente, perciò, PO giustifica la scelta affermando che in questo modo “i presbiteri aderiscono più facilmente a lui con un cuore non diviso, si dedicano più liberamente in lui e per lui al servizio di Dio e degli uomini, servono con maggiore efficacia il suo regno e la sua opera di rigenerazione soprannaturale, e in tal modo si dispongono meglio a ricevere una più ampia paternità in Cristo”. Per quattro volte viene usata la logica dl compartivo di maggioranza, indicando chiaramente che con il celibato la missione del sacerdote raggiunge la potenziale perfezione.

Se la razionalità non è assente dal testo del concilio qualche domanda è necessaria. Come possono essere eccellenti preti quelli sposati nella Chiesa orientale, se la perfezione del servizio sacerdotale c’è solo con il celibato? Posto così, difficilmente si esce dall’idea che i preti sposati siano di serie b, rispetto alla loro capacità di svolgere pienamente il proprio ministero. Ricordo che Benedetto XVI nell’ottobre del 2009 ha accettato che preti anglicani sposati potessero rientrare come preti nella chiesa cattolica ed esercitare a pieno titolo il loro ministero. Che Benedetto sia andato contro il Vaticano II?


L'intera interessante analisi di Gilberto Borghi continua a questo link:

https://www.vinonuovo.it/teologia/pensare-la-fede/il-conclio-e-il-celibato-dei-sacerdoti/

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