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Dalla fraternità la vera riforma della Chiesa

Il 27 ottobre 2022 è stato presentato in conferenza stampa il Documento per la Tappa Continentale del Sinodo sulla Sinodalità, sul tema: “Per una chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”. Il Card. Mario Grech, con un intervento puntuale ed essenziale, ha sottolineato che il documento è una fedele restituzione delle sintesi espresse dalle diverse conferenze episcopali, mentre altri hanno cercato di illustrarne la struttura e le intuizioni. In tal modo le chiese possono mettersi in ascolto l’una dell’altra in vista delle assemblee continentali che si terranno nell’anno che inizia.

Confesso che resta deludente il punto 2 del documento: “In ascolto delle Scritture”, perché in realtà non mette in luce il primato e l’egemonia della Parola nella vita della chiesa. Certamente tale primato era già stato affermato nei documenti conciliari e nella Verbum Domini di Benedetto XVI, ma qui meritava una chiara proclamazione. Da mezzo secolo tutte le nostre parole appaiono piegate alla logica ecclesiocentrica, quasi ci fosse un’incapacità a mettere al centro Gesù Cristo, il Signore, e questo dovrebbe interrogarci anche sul cammino del sinodo!

Passiamo però a leggere alcune indicazioni profetiche del documento.

La prima è la fraternità, che appare come il compito primario per vivere da cristiani nella storia e nel mondo. Purtroppo abbiamo dimenticato che tra i nomi che il Nuovo Testamento assegna alla chiesa c’è adelphótes, fraternità (cf. 1Pt 2,17; 5,9), che ne è l’essenza. Se i cristiani vogliono prendere sul serio la sequela del Signore e la missione devono assolutamente vivere la fraternità, che richiede di incontrarsi, ascoltarsi, riconoscersi, attuare lo scambio dei doni e quindi amarsi fraternamente: una fraternità che non conosce frontiere e confini, ma può solo essere concepita, generata dai credenti che partecipano dell’Unico Corpo del Signore!

Proprio dall’opzione della fraternità, che richiede una vera conversione ecclesiale, deve iniziare la riforma della chiesa! Altrimenti non ha senso radunarsi nello stesso luogo per l’eucaristia, non ha senso la predicazione del vangelo, risulta priva di autorevolezza e fecondità la testimonianza. ​È giusto che si insista tanto sull’ascolto, ma in vista della fraternità, quella che rende così “bello e dolce che i fratelli vivano insieme” (Sal 133,1). Se si cercasse innanzitutto la fraternità che è affetto reciproco, fine dell’isolamento, accoglienza dell’altro, allora anche chi ha scelto di non prendere parte al processo sinodale sarebbe invogliato a camminare con gli altri e si lascerebbe coinvolgere attratto da questo modo di vivere la chiesa, così cercato e desiderato in un mondo sfilacciato e anonimo.

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Nel capitolo 3 si illustra la missione della chiesa, concepita non come un andare tra le genti per convertire, ma come un incontrare l’umanità sottraendosi alla tentazione di escludere, ergere muri, segnare frontiere. Una chiesa che accoglie senza giudicare, che discerne chi è escluso e lo va a cercare, una chiesa dotata di particolare sensibilità nel riconoscere chi è nel bisogno, chi soffre nel corpo e nello spirito, una chiesa che annuncia il perdono a chi ha peccato senza emettere condanne.


L'intera analisi di Enzo Bianchi a questo link:


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