Joseph Ratzinger, ci ha lasciato nell’ultimo giorno dell’anno. Un giorno particolare, saliente, come lo è stata la sua vita.
L’uomo, il professore, il sacerdote Joseph Ratzinger sono vissuti l’uno accanto all’altro. In genere, la valutazione morale di un’esistenza non è data dalla media di tutti momenti della vita né dalla somma; quasi sempre, soprattutto nelle vite di donne e uomini con un compito da svolgere, il senso dell’intera esistenza dipende da pochi atti, qualche volta da un solo atto decisivo quello che svela il nostro destino.
Non è stata facile l’attività pastorale e teologica di Joseph Ratzinger. Uomo del concilio ne è stato interpretee e protagonista, ma poi ha dovuto attraversare la più grande crisi della chiesa dal medioevo: la post-modernità e quindi la fine della Christianitas (che neanche il concilio aveva colto). La crisi, le paure, le incertezze e le ambivalenze di BXVI sono state quelle della sua chiesa.
Una chiesa che lui ga amato più di se stesso, e quell’atto straordinario di rinuncia (molto simile a quello di Celestino), ha fatto del suo pontificato qualcosa di grande - un gesto decisivo è il distallato di una vita intera, mai atto isolato. Perché con quel gesto ha portato, sua insaputa, la chiesa nella post modernità: come avviene raramente nella storia, si teme con la ragione qualcosa per tutta la vita, poi un gesto fa fare alla carne ciò che il logos non sapeva fare.
Quelle dimissioni hanno posto fine alla visione sacrale del papato, lo hanno riportato alla sua dimensione evangelica di servizio, e così ha cambiato la storia dei futuri papi. E tornando Joseph Ratzinger dopo Papa Benedetto, ci ha detto, senza dirlo, che ogni uomo è più grande del proprio destino; così è morto come era nato, Joseph, Adam, figlio della terra, come tutti.
Non è facile lasciare la terra col nome col quale ci siamo arrivati, portando in dote tutti gli altri nomi del cammino.
Grazie Papa Benedetto, grazie Joseph Ratzinger: grazie per l’amore immenso alla chiesa, grazie per essere riuscito ad uscire di scena da vero uomo umile, grazie per la Caritas in Veritate, forse l’enciclica papale con le parole più belle e buone sull’economia; grazie per aver custodito il vangelo, per aver custodito una voce. Buon volo padre, buon volo fratello.
(Luigino Bruni)
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Va riconosciuto a Ratzinger di essere stato una figura di enorme spessore, non facile da trovare in giro. Trovo significativo che ci si sia scambiata la notizia dicendo che "è morto Ratzinger", e non "è morto Benedetto XVI".
Il significato per me è il seguente: si tratta di un raro caso di persona che è stata persino più importante per ciò che ha fatto prima di diventare papa (come teologo, non come Prefetto), che per il fatto di essere stato eletto al soglio pontificio. Chiamarlo per cognome significa riconoscere che è stato persino più grande come uomo che come papa.
(Angelo Grossi)
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