Come è cambiata la percezione della casa da parte degli italiani dopo la pandemia e il valore delle abitazioni è rimasto identico oppure è aumentato? L’analisi di Riccardo Pedrizzi, tra valore economico e simbolico della casa
La casa con le sue mura, le sue pareti è diventata il nostro rifugio, il luogo che ha protetto noi e la nostra famiglia durante la pandemia. Nelle nostre abitazioni è rinato lo spirito familiare e comunitario, dentro quattro mura si lavora e si lavorerà sempre più; da quel luogo si diramano e si hanno rapporti con tutto il mondo. La casa è tornata ad essere la “domus” di memoria romana come centro di affetto, di lavoro, di affari e di relazioni politiche.
È cambiato cosi il rapporto emotivo e sentimentale con la “nostra” casa, che è tornata ad essere il centro della nostra vita. Come una volta. Come quando tutta la famiglia si riuniva intorno alla tavola per il pranzo e la cena. Come quando i nonni di fronte al camino o intorno al braciere (non esistevano ancora i termosifoni) ci raccontavano favole indimenticabili e, prima di mandarci a letto, a noi bambini facevano recitare le preghiere. Le quattro mura della nostra abitazione sono diventate la rocca del castello medioevale.
Altro che ponti, passerelle e scale mobili, si è tornati al castello fortificato, al territorio delimitato dall’aratro, ai confini per difendersi da malattie e dalle invasioni di tutti i generi.
E c’è chi ha la fortuna di stare bene nella propria casa e si sente a proprio agio ed è contento di passare tanto tempo nel calore familiare come me (e da buon napoletano faccio i proverbiali scongiuri) spera che tra le tante eredità negative, che ci ha lasciato la pandemia, ci sia stato per qualcuno la riscoperta della “casa, dolce casa”.
L'intera riflessione di Riccardo Pedrizzi a questo link:
https://formiche.net/2022/12/casa-funzione-valore/
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