Tra la Bibbia e il masso di Sisifo. La lotta contro la solitudine dei lavoratori migranti cinesi nelle città

“Che fai?” mi arrivò un messaggio da Xiaofeng. “Sto leggendo e bevendo un caffè qui vicino, perché?” risposi. “Tu sei cattolico, giusto?” ribatté lei. “Che strana domanda.” Io di rimando.  “Vuoi venire con me in chiesa questa domenica?” ero stupefatto.


Poteva essere un giorno di lavoro come un altro. Dovendo ripassare i miei appunti tra i vari incontri mi ero diretto ad un caffè del quartiere, nell’area proletaria della parte settentrionale di Shenzhen. Quella di Sisifo (Xixifu 西西弗) è una catena di caffetterie che si può trovare facilmente in questa città.  Il suo punto di forza consiste nel soddisfare al tempo stesso la voglia di caffeina e il desiderio di un buon libro, mettendo a disposizione dei clienti una libreria ben rifornita. Sotto diversi aspetti, Sisifo assomiglia ad un vero e proprio angolo di lettura, dove la gente prende i volumi dagli scaffali e li consulta in silenzio, sorseggiando una tazza di tè o di caffè su una delle tante poltrone. La sede della Sisifo che solevo frequentare si trovava in un centro commerciale recentemente inaugurato nel distretto di Longhua, attorniato da fabbriche e da un numero crescente di complessi residenziali.  Nei suoi interni tranquilli era comune osservare coppie che leggevano sedute l’una accanto all’altra, scolari che svolgevano i loro compiti circondati dai nonni, giovani intenti a sfogliare pagine o operai edili impegnati a bere tè dalle loro bottiglie con in mano un romanzo che avevano appena tirato giù da una delle mensole.


Il racconto e l'analisi di una realtà dell'antropologo Pablo Ampuero-Ruiz continua a questo link:



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