Una bionda fanciulla di nome Vulcana, figlia di un Doge, si era fortemente innamorata di Tancredi, un lavorante assai valoroso e bello. Ma i due giovani comprendevano che il Doge non avrebbe permesso un tal matrimonio, perciò Vulcana disse a Tancredi di andare a combattere contro i Mori con l’esercito di Carlo Magno e di coprirsi di gloria: allora il padre non si sarebbe più opposto al loro amore. Tancredi partì e la fama delle sue gesta gloriose si sparse ben presto per il mondo. Ma un giorno arrivarono a Venezia alcuni cavalieri Franchi guidati dal famoso Orlando; cercarono di Vulcana e le annunziarono la morte del prode trovatore. Era caduto sanguinante sopra un rosaio, ma prima di morire aveva colto un fiore e aveva pregato Orlando di volerlo portare alla sua amata. La fanciulla prese la rosa tinta ancora del sangue del suo Tancredi, non versò lagrima e restò chiusa nel suo dolore. Il giorno dopo, ch’era la festa di San Marco, fu trovata morta con l’insanguinato fiore sul cuore. Da quella volta il bocciolo di rosa, simbolo dell’amore che sta per aprirsi alla vita e al sole, viene offerto alle fidanzate nel giorno di San Marco, patrono della città di Venezia.
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