Il problema/dibattito sull’utero in affitto si rivela impegnativo e complesso per i risvolti umani e le implicazioni etiche. I punti controversi.
La domanda del titolo è ampia e non retorica, per due motivi. Il primo, perché ci troviamo di fronte a un fenomeno relativamente nuovo, impegnativo umanamente ed eticamente; richiede, cioè, domande serie.
Il secondo, perché, su questo argomento, anche se si cerca di chiarire la questione, avremo sicuramente più domande aperte che risposte definitive.
In alcune culture siamo cresciuti con una popolare formulazione quasi apodittica: “di mamma ce n’è una sola”. E con questo si intendeva quella biologica.
Se, dal punto di vista socioculturale, questa affermazione non è stata sempre così vera, dal momento che ci sono state diverse madri o forme di maternità, oggi i progressi scientifici e tecnologici in campo medico stanno provocando grandi cambiamenti nella procreazione umana e, con essa, nuove realtà e sfide. Ad esempio, le tecniche di riproduzione assistita sono metodi biomedici che servono a sostituire il processo di riproduzione “naturale” e, di fronte ad esse, vi è una variegata reazione che va dall’approvazione al rifiuto, sia dal punto di vista medico sia dal punto di vista etico. Forse, in questo caso, è meglio non parlare di “maternità” (concetto ampio, profondo e con altri risvolti significativi) e parlare invece di gravidanza, gestazione e simili....
L'articolo che problematizza questo argomento di Antonio Gerardo Fidalgo continua a questo link:
http://www.settimananews.it/societa/la-gravidanza-sostituibile/
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