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Credere oltre il fallimento

Questa Domenica la Parola parla del Buon Pastore (Gv, 10, 1-10) ..ogni anno ci  viene presentata questa figura. Cerco di leggerla in chiave antropologica.

L’esperienza del fallimento accompagna tutta la nostra vita: fallimento professionale, fallimento nelle relazioni, fallimento apostolico e fallimento anche nella relazione con Dio. Siamo fragili, possiamo sbagliare: il fallimento fa parte della nostra realtà di creature. Il fallimento però non dovrebbe mai diventare l’ultima parola: se è vero che possiamo sbagliare, è anche vero che possiamo ricominciare. E facendo questo abbiamo bisogno di protezione, non dobbiamo aver paura di sbagliare ma di non avere la forza di ricominciare... Molte volte si sente dire quel prete ha lasciato, quel matrimonio ha fallito, quella persona ha sbagliato lavoro e fa patire le sue sofferenze a tutti...ma allora vale la pena cominciare se siamo destinati a fallire? C’è una figura che ci accompagna nei vangeli pasquali, è quella di Pietro. Pietro ha creduto che Gesù fosse il Messia ma non ha creduto in sé stesso.

È lo sguardo di Pietro che ha bisogno di essere guarito: il peso del tradimento offusca la sua vista. Il cammino di guarigione di Pietro comincia nel momento in cui il discepolo amato lo avverte della presenza del Signore: quel cammino comincia prendendo consapevolezza del proprio peccato. Pietro infatti prima di buttarsi in acqua verso Gesù che gli appare sul lago mentre

pesca in acqua si veste. Un gesto incomprensibile e paradossale, ma se pensiamo al gesto di Adamo dopo il peccato, possiamo forse riconoscere il tentativo di Pietro di coprirsi per la vergogna davanti a Gesù. Pietro si butta in mare, si getta nella morte con la certezza che ancora una volta Gesù lo tirerà fuori, offrendogli nuovamente la salvezza. Ecco, il Messia si trasforma in Pastore che da vita, se non ce la facciamo più.. Lui ci assicura che ci tirerà fuori dalle acque del nostro peccato. Non siamo pecore da macello, ma persone amate da Dio uno a uno. Lui è pronto a ricominciare con noi, in noi, per noi. 

(don Fabiano Longoni)


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