Per tre giorni, dal 21 al 23 aprile dalle 10 alle 20 nel chiostro dell'M9 (il Museo del '900) trentuno paia di scarpe da indossare, 31 vite da ascoltare vestendone i panni.
A raccontare le loro storie sono le voci di Nico, padre di un bimbo autistico che una notte ha deciso di aprire una pizzeria gestita da soli ragazzi autistici nel Milanese; di Manlio, familiare di una vittima dell’attacco terroristico in piazza della Loggia a Brescia; di Anisa, che lontana da casa per motivi di salute ha scoperto che la sua famiglia era stata travolta dal terremoto che ha distrutto la sua città natale; o di Meri, 55enne che da sempre ha desiderato avere figli e assieme alla sua compagna Francesca ne ha concepiti e cresciuti quattro. Per tre giorni, dal 21 al 23 aprile dalle 10 alle 20, Mestre diventerà «capitale dell’empatia» grazie all’opera esperienziale «Mettiti nelle mie scarpe» che trasformerà il chiostro dell’M9 in un temporary shop di scarpe dove chi entrerà non consumerà oggetti ma storie da ascoltare in cuffia, indossando le calzature di coloro che le raccontano per 10 minuti: giusto il tempo di sentirne la storia, vestire i panni delle loro vite. Ideata dall’artista inglese Clare Patey, direttrice dell’Empathy Museum di Londra e realizzata a Venezia da Fondazione Empatia Milano in occasione del trentennale della cooperativa sociale Itaca, l’iniziativa renderà il chiostro una sorta di biblioteca di scarpe a ingresso libero: i visitatori potranno sceglierne quante paia vorranno, calzarle e camminare per qualche minuto, ascoltando in cuffia le 31 storie, di cui 21 in italiano e 10 in lingua inglese.«Vestire i panni dell’altro è un atto rivoluzionario — ha commentato la presidente della fondazione Empatia Petra Mezzetti — in quanto richiede il coraggio di frequentare vite che non sono la nostra, guardare il mondo con gli occhi di chi parla, per una decina di minuti essere lui o lei». «Sarà un’occasione preziosa per tutti — ha aggiunto l’assessore alle Politiche educative Laura Besio — tanto per l’importanza che ha mettersi nei panni di un’altra persona, camminando realmente nelle sue scarpe, provando le sue emozioni, sogni e speranze, tanto per valorizzare ancora una volta Mestre come città dell’inclusività». Durante l’evento sarà attiva una raccolta fondi che andrà a sostenere l’associazione veneziana «Lunghi cammini», unica in Italia a proporre il modello del «lungo cammino educativo» rivolto a minorenni in condizioni di forte fragilità.
(da Il Gazzettino)
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