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Myanmar a due anni dal golpe e i profughi Rohingya, senza Stato e diritti, che non interessano a nessuno

Una delegazione del governo militare birmano è arrivata in Bangladesh per discutere i termini di un ambizioso quanto controverso piano di rimpatrio dei Rohingya, la minoranza islamica oggi ritenuta come “il popolo più perseguitato al mondo”. I funzionari hanno raggiunto l’area di Cox Bazar, dove ha sede il più grande campo profughi al mondo. 


Una delegazione del governo militare birmano è arrivata in Bangladesh per discutere i termini di un ambizioso quanto controverso piano di rimpatrio dei Rohingya, la minoranza islamica oggi ritenuta come “il popolo più perseguitato al mondo”. I funzionari hanno raggiunto l’area di Cox Bazar, dove ha sede il più grande campo profughi al mondo. Stando ai dati della sede bangladese dell’Agenzia ONU per i rifugiati (UNHCR), i rifugiati Rohingya nel campo sarebbero almeno 958 mila. Quasi l’intera popolazione un tempo residente in Myanmar. Non è chiara la portata delle operazioni previste dal progetto pilota, né quali condizioni verranno offerte ai profughi una volta rientrati in Myanmar, paese di cui non possono - a oggi - nemmeno chiedere la cittadinanza

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Vivere in uno slum da anni, senza garanzie né prospettive, per scappare da un luogo dove lo stesso diritto alla vita è messo a rischio dalle autorità che lo governano. In un giorno diverso, un governo diverso - ieri il governo di Aung San Suu-Kyi, oggi la giunta militare - viene a bussare alle porte della baraccopoli per chiedere il ritorno di centinaia di migliaia di persone che si trovano lì per lo stesso motivo: fuggire le persecuzioni e l’invisibilità civile. È quanto accaduto lo scorso 15 marzo, quando una delegazione del governo militare birmano è arrivata in Bangladesh per discutere i termini di un ambizioso quanto controverso piano di rimpatrio dei Rohingya, la minoranza islamica oggi ritenuta come “il popolo più perseguitato al mondo”. 
I funzionari hanno raggiunto l’area di Cox Bazar, dove ha sede il più grande campo profughi al mondo. Qui, stando ai dati della sede bangladese dell’Agenzia ONU per i rifugiati (UNHCR), i rifugiati Rohingya sarebbero almeno 958 mila. Quasi l’intera popolazione un tempo residente in Myanmar. La stessa agenzia non cita apertamente la visita della delegazione birmana e il progetto pilota in questione, ma a un certo punto è comparso un avviso di fermo temporaneo delle operazioni di registrazione dei documenti fino al 6 aprile.


Il reportage di Sabrina Moles continua a questo link:

https://www.valigiablu.it/rohingya-myanmar-bangladesh-rimpatrio/





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