Nonostante i tanti segnali positivi, il Rapporto Bes redatto dall’Istat documenta come il Paese sia ancora in forte sofferenza per l’impatto degli ultimi tre, drammatici anni dominati dalla pandemia, dalla crisi energetica e dalla guerra in Ucraina. Bes sta per benessere equo e sostenibile, rilevato secondo una serie molto articolata di indicatori (oggi sono ben 152) messi a punto e costantemente aggiornati da quando si è preso coscienza del fatto che il famoso Pil, il prodotto interno lordo, non potesse essere l’unica misura della crescita di una società. Il Rapporto di quest’anno, relativo al 2022, era atteso soprattutto in quanto orientato a mettere in luce le trasformazioni avvenute nel Paese rispetto al 2019, l’ultimo anno prima del Covid
Nonostante i tanti segnali positivi, il Rapporto Bes redatto dall’Istat documenta come il Paese sia ancora in forte sofferenza per l’impatto degli ultimi tre, drammatici anni dominati dalla pandemia, dalla crisi energetica e dalla guerra in Ucraina. Bes sta per benessere equo e sostenibile, rilevato secondo una serie molto articolata di indicatori (oggi sono ben 152) messi a punto e costantemente aggiornati da quando si è preso coscienza del fatto che il famoso Pil, il prodotto interno lordo, non potesse essere l’unica misura della crescita di una società. Il Rapporto di quest’anno, relativo al 2022, era atteso soprattutto in quanto orientato a mettere in luce le trasformazioni avvenute nel Paese rispetto al 2019, l’ultimo anno prima del Covid.
“Le misure del Bes – spiega, presentando il Rapporto, Francesco Maria Chelli, membro del Consiglio dell’Istat e ordinario di statistica economica nell’Università delle Marche – ci mostrano come i divari territoriali, molti dei quali di lungo periodo, siano aumentati e, a mano a mano che ci si sposta del Nord verso il Sud e le Isole, prevalgano indicatori con segno negativo rispetto al periodo precedente”. A essere penalizzati sono soprattutto i giovani e, in termini diversi, le donne.
Il raffronto con gli altri Paesi europei attribuisce all’Italia una situazione “peggiore” nella maggior parte degli indicatori. Spicca – e purtroppo non è una novità – il dato dei giovani che non studiano né sono occupati: i Neet sono il 19% rispetto alla media Ue dell’11,7%. Più in generale il tasso di occupazione italiano è di dieci punti inferiore alla media europea, con uno scarto ancora maggiore tra le donne (55% contro 69,4%).
Oltre un terzo delle famiglie italiane nel 2022 ha visto peggiorare la propria situazione economica: la quota del 35,1 per cento di famiglie che dichiarano di stare peggio dell’anno precedente, è “un livello mai raggiunto in precedenza”.
I link per il Rapporto BES e la “Nota di Sintesi” a questo link:
https://www.uilpa.it/istat-rapporto-bes-2022-peggiora-la-situazione-economica-degli-italiani/
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