Le islandesi chiamarono così il giorno in cui, nel 1975, si astennero in massa da ogni attività lavorativa e di cura. E che a distanza di 48 anni hanno ripetuto
Ne scriviamo perché, il 24 ottobre di quest’anno, le donne islandesi sono scese nuovamente in piazza. Questo gesto potrebbe in alcuni suscitare stupore: l’Islanda occupa saldamente la prima posizione nella classifica internazionale per la parità di opportunità tra uomini e donne redatta dal World Economic Forum nel Global Gender Gap Report . Nel 2023, per il quattordicesimo anno di fila, si conferma in vetta alla classifica (se per caso ve lo steste chiedendo, l’Italia si colloca in 79° posizione, dopo averne perse 16 in un solo anno).E allora per quale motivo le donne islandesi sono tornate in piazza? Per manifestare contro una disparità salariale che, in alcuni settori, è ancora pari al 21%. Perché, anche in Islanda, una donna su tre ha sperimentato una forma di violenza di genere nell’arco della propria vita. Ma anche perché le discriminazioni sul mercato del lavoro continuano a colpire non solo le donne, ma anche le persone queer e non binarie, che quest’anno, infatti, si sono unite alle donne nella protesta. Anche in Islanda, le donne sperimentano quella che viene denominata “segregazione orizzontale”, essendo la loro forza lavoro concentrata in ...
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