Se dal golpe nigerino nasce una rivoluzione

 Mamon o Mammona, secondo l’etimologia aramaica, significa ciò su cui si può contare, qualcosa che dà certezza e sicurezza. Questo è stato il dio denaro e potere scelto come protagonista nella fase politica del Niger prima che avvenisse l’ultimo colpo di Stato militare lo scorso 26 luglio. Molti osservatori hanno concordato nel definirlo, all’inizio, un colpo di Stato “di palazzo” e cioè concepito all’interno del sistema stesso.

Assai presto però, sotto la spinta e lo spirito di una parte consistente del “piccolo” popolo e di una porzione dei militari, il colpo di Stato si è gradualmente trasformato in qualcosa che, con esitazione, si potrebbe chiamare rivoluzione”. Una rivoluzione di “sabbia” ma pur sempre una rivoluzione, se per essa intendiamo la sconfessione del dio denaro o Mammona come orizzonte unico della politica nigerina. Le cose, cioè, vanno ben oltre ciò per cui erano state pensate e organizzate. C’è altro che, per certi versi, malgrado la giunta militare al potere, si sta disegnando nel regno del possibile per il popolo nigerino. Forse si tratta dell’ingenua stoltezza di dire no ai vari Mammona che hanno finora dato sicurezza alla politica per rischiare un futuro, appunto, di sabbia.

L'articolo di Mauro Armanino continua a questo link:

https://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/RaSt202311/231121armanino.pdf



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