Citando il cardinale Carlo Maria Martini secondo cui “la Chiesa è sempre in ritardo di due secoli”, oggi, dopo il sinodo non possiamo più dire che seguiti a viaggiare sempre con lo stesso ritardo
Definire l’esito di questo sinodo non è facile. Mi ricordo di un libro e il suo titolo mi aiuta a dire ciò che poteva essere e non è stato: “Una riforma che ponga fine a tutte le riforme”. Ecco, non è andata così.
Tra gli esiti chiaramente approvati dai padri sinodali ce n’è uno che conferma l’affermazione dell’ex arcivescovo di Milano. Il sinodo, infatti, ha annunciato l’opzione preferenziale per i poveri. Finalmente, si potrebbe dire. Ma è stato fatto chiaramente ora, perché? Perché se si sceglie, finalmente, la forma sinodale non può che andare così.
Se la Chiesa è sinodale e vuole che il popolo di Dio “cammini insieme” non può che scegliere l’andatura di chi non ce la fa a tenere il passo dei “sani”, quindi la sua opzione preferenziale deve essere per l’andatura sociale dei poveri. Se questa scelta è importante e tardiva, non altrettanto però può dirsi della scelta di inserire tra i poveri anche ...
La riflessione di Cristiano Riccardo continua a questo link:
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