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Premio S. Teodoro 2023 al veneziano Salvatore Coco: un "innamorato della vita" spesa nel servizio nonostante la sua difficile situazione

Nelle vicinanze della memoria del santo (9 novembre), la tredicesima edizione del Premio della Scuola Grande di S. Teodoro è stato consegnato ieri sera lunedì 6 novembre 2023 alle ore 18.00 a Salvatore Coco con la motivazione allegata e il suo significativo ringraziamento


La Motivazione Ufficiale



È da poco passata la festa di Ognissanti e proprio Papa Francesco ha voluto sottolineare che questa festa vuole celebrare, soprattutto oggi, la moltitudine di persone discrete e silenziose, destinati a rimanere senza volto e senza altari che, nella fatica quotidiana di adesione al Vangelo, forniscono una testimonianza di coerenza della loro fede con una anonima ma significativa presenza nella comunità umana.

Proprio questo era stato il senso dell’istituzione del premio San Teodoro, nato da una felice intuizione del nostro indimenticato Guardian Grando Piero Menegazzi, premio che è oggi è giunto alla sua tredicesima edizione. 

Con questo riconoscimento la Scuola intende valorizzare e sostenere l’attività di persone ed enti che operano al servizio degli altri nel silenzio, senza particolare esposizione. 

La personalità di Salvatore Coco ha proprio questo profilo.

Colpito da una patologia invalidante qual è la “sclerosi multipla”, con la forza di una profonda fede, che lui ci ricorda essere il “motore di tutto”, ha affrontato la vita laureandosi in ingegneria elettronica ed inserendosi proficuamente nel mondo del lavoro, creando una famiglia con due figli, Matteo e Chiara, che ha seguito sempre con grande amore e presenza. 

Come a molti, la vita gli ha riservato molte prove difficili, tra cui la morte dell’amata sorella Graziella, medico impegnata anche lei nell’aiuto al prossimo.

Ma Salvatore Coco “nell’abbraccio della Croce, nell’affidarsi a Cristo” ha trovato il senso della propria vita e la forza di affrontare tutte le prove che questa gli ha riservato.

Questo senso lo trova nello “sporcarsi le mani”, come dice lui, cioè compiendo concreti atti di aiuto e sostegno agli altri nell’ambito della propria comunità.

Salvatore Coco non ha mai smesso di operare come animatore giovanile e come organista nella sua parrocchia, organizzando e partecipando ai campi estivi per i ragazzi, stando loro vicino anche con lezioni di matematica.

Ha fondato il gruppo “I Soliti 'gnoti”, esperienza oggi conclusa, per animare la realtà sociale giovanile del Lido di Venezia.

Sviluppando le sue grandi capacità relazionali, è diventato responsabile del gruppo operativo AISM del Lido di Venezia, con il quale organizza numerose iniziative che coinvolgono varie realtà, tra le quali la Protezione Civile e l’Actv, per offrire aiuto e servizi ai più fragili, tra i quali il trasporto con l’unico automezzo, un pulmino, attrezzato per il trasporto di disabili oggi operante al Lido. 

La nostra Istituzione assegnando quest’anno il premio San Teodoro a Salvatore Coco, nel sottolineare questo suo impegno, vuole richiamare questi valori di silenziosa operosità al servizio degli altri come senso profondo della fede e impegno anche della nostra Scuola.


Dopo aver ricevuto il Premio, Salvatore Coco ha ringraziato con queste parole:


Buona sera a tutti, agli amici della Confraternita, ai miei parenti, amici e sacerdoti presenti qui per me questa sera.

È la prima volta in cui mi trovo a ricevere un riconoscimento per il mio impegno verso attività benefiche, l’emozione è forte!

Ringrazio intanto lo sguardo del mio amico Gianni, uno dei miei primi catechisti con un percorso su Atti 2: conoscere, essere e fare comunità. Con lui ogni estate passiamo almeno due serate ad aggiornarci sulle nostre vite e la mia prima diretta streaming con YouTube l’ho dedicata alla presentazione del suo ultimo libro questo dicembre scorso.

Una carezza che arriva in un momento di fatica per me, reduce da una improvvisa e dolorosa ricaduta di malattia, rabbioso e deluso dopo esser arrivato in bici fino agli Alberoni, credevo di aver la malattia in pugno forte dei miei 17 km e mezzo, immerso nell'ennesima illusione e schianto, nella ricerca di un paio di persone proattive che possano affiancarmi ma che purtroppo non ci sono ....

Una conferma davanti a un percorso, che è un riconoscimento mio ma che diventa espressione di una Rete in cui ho sempre creduto e che è dove so giocarmi le mie carte migliori, "tu sei bravo a mettere assieme, a creare aggregazione" mi ha sempre ripetuto il sacerdote che mi ha cresciuto durante gli anni del liceo; Ma l’aspetto più significativo per me è che questa premiazione avvenga in chiesa, durante una Eucarestia, al cospetto di nostro Signore; Non sono e non sarò mai io grande ma Chi indico, sono solo un cartello indicatore, abbracciato alla sola croce portatrice di vita nuova che mi ha permesso di superare delle situazioni fisiche e psicologiche che sembravano davvero impossibili 

Eucarestia che è il nutrirsi di Gesù per imitarlo, per vivere come Lui, x donare la nostra vita al nostro prossimo 

Aiutare le persone che è essere il primo a metterci la faccia, dall'impegno in parrocchia, la presenza attiva ai campi scuola, la presenza ai banchetti per le raccolte fondi, il voler esser vicino alle situazioni di fragilità non solo economicamente ma portando a visite anche se distanti ma vitali per sbloccare situazioni delicate

Perché se sei il primo a metterti in gioco, poi le persone ti seguono e si crea una Rete a sostegno tua e delle fragilità che cercano forza.

Una cara amica mi ha definito affamato di vita, e se questa mia fame di vita e essere impegnato con relazioni vere e profonde in diversi ambiti e ambienti può aver spiazzato e causato delle difficoltà chiedo scusa

Ringrazio i miei genitori che mi hanno trasmesso il dono della fede, che mi ha permesso di rispondere al mistero del non capisco, rialzarmi, abbracciare l unica croce capace di trasformare la sofferenza e le fatiche e fallimenti incontrati, malattia, nullità matrimoniale, morte prematura della sorella, malattia mentale del padre, in sorgente inesauribile d'Amore, la fortuna di incontrare un prezioso amico come Giovanni Galifi che ho sorretto e continuo a sostenere perché ha idee geniali, si dedica alle fragilità del mio territorio Lido, ha portato i disabili in barca a vela, un pontile dedicato, un gommone, un pulmino, due carrozzine x portare anche allettati a fare il bagno, ai suoi prossimi progetti sarà dedicato il premio che mi darete voi, facilmente sarà una barca nuova anche se non dovrei dirlo in anteprima, terrò il Consiglio aggiornato

Grazie, un abbraccio nel mistero della vita nuova e della risurrezione




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