Quasi 6 milioni di italiani nel mondo. In calo gli espatri (-2,1%), per la prima volta superati dalle nascite all’estero

Cresce l'Italia fuori dall'Italia. Al 1° gennaio 2023 i connazionali iscritti all’Aire (l’anagrafe degli italiani residenti all’estero) sono 5.933.418, il 10,1% dei 58,8 milioni di italiani residenti in Italia. I nati all’estero sono cresciuti, dal 2006, del +175%, le acquisizioni di cittadinanza del +144%, le partenze per espatrio del +44,9%, i trasferimenti da altra Aire del +70%. Ma se prima del Covid le iscrizioni all’Aire in un anno arrivavano anche a 260 mila e più del 50% erano per espatrio, gli espatri ora stanno diminuendo: dal 49,3% del 2021 su oltre 222 mila iscrizioni al 42,8% del 2022 su oltre 195 mila iscrizioni. Nel 2022 si sono iscritti all’Aire per “espatrio” solo 82.014 italiani. E' quanto emerge dal Rapporto Italiani nel mondo 2023, curato dalla Fondazione Migrantes

L’Italia all’estero è sempre più giovane. Al contrario di quanto avviene in Italia, la comunità all’estero è sempre più giovane. Crescono le classi di età di giovani, giovani adulti e adulti maturi: il 23,2% (oltre 1,3 milioni) ha tra i 35 e i 49 anni; il 21,7% (più di 1,2 milioni) ha tra i 18 e i 34 anni. La Sicilia è la principale regione d’origine (oltre 815 mila). Seguono la Lombardia (quasi 611 mila), la Campania (+548 mila), il Veneto (+526 mila) e il Lazio (quasi 502 mila). Il 48,2% dei 6 milioni di italiani all’estero è donna (oltre 2,8 milioni).

L’attuale presenza italiana all’estero è europea. L’Europa accoglie oltre 3,2 milioni di connazionali (il 54,7% del totale). Il continente americano segue con oltre 2,3 milioni (40,1%). Le comunità italiane più numerose sono in Argentina (oltre 921 mila iscritti, il 15,5% del totale), in Germania (oltre 822 mila, il 13,9%), in Svizzera (oltre 639 mila, il 10,8%). Seguono Brasile, Francia, Regno Unito e Stati Uniti d’America.

Si emigra per desiderio di rivalsa e crescita. La mobilità oggi non è più sfuggire da situazioni di fragilità economica e occupazionale ma desiderio di rivalsa e crescita. Secondo lo State of the Global Workplace 2023 Report di Gallup, il 51% dei lavoratori nel mondo dichiara di avere intenzione di lasciare il lavoro vista la ripresa dell’occupaze dopo la pandemia. Gli italiani si sentono invece “inchiodati al loro destino professionale” (18%): sono i lavoratori meno coinvolti, i più stressati (49%) e i più tristi (27%). I lavoratori italiani guadagnano circa 3.700 euro in meno della media dei colleghi europei. A soffrire di più sono i giovani: tra i 18 e i 34 anni quasi un ragazzo su due nel 2022 (4,8 milioni) ha almeno un segnale di deprivazione nell’istruzione e nel lavoro. Ben 1,7 milioni sono Neet (Not in Education, Employment or Training).

L'articolo di Patrizia riffa a questo link:

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