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Relazioni pericolose: storia dei rapporti tra Netanyahu e Hamas

In queste settimane circola un meme in Israele: ritrae il primo ministro Benjamin Netanyahu attorniato da militari e sopra la scritta «Autorizzato alla pubblicazione: Tsahal [acronimo di Forze di difesa di Israele, l’esercito israeliano] ha catturato il capo del sistema finanziario di Hamas». 

Yuval Diskin, ex capo dello Shin Bet, il servizio di sicurezza generale, ed Ehud Barak, ex primo ministro, hanno accusato Netanyahu di aver contribuito significativamente alla crescita di Hamas, sostenendo che ciò servisse al suo obiettivo di indebolire l’Autorità nazionale palestinese e a promuovere un discorso politico basato sull’assenza di alcun partner possibile per raggiungere un accordo, dando forza a una retorica già forgiata per motivare il fallimento degli accordi di Camp David tra Ehud Barak e Yasser Arafat nel 2000.
Questa strategia di rafforzamento di Hamas risale già al primo mandato di Netanyahu come primo ministro nel 1996.
L’approccio controverso di Netanyahu prevedeva l'isolamento di Gaza, rafforzando il controllo di Hamas sulla Striscia, da un lato, e il sostegno al governo economico verso Hamas a Gaza, dall'altro, arrivando anche a garantire fondi qatarioti al gruppo. Questa politica fu criticata da membri del suo stesso governo, come Avigdor Lieberman e Naftali Bennett, ma nonostante brevi interruzioni è persistita per anni. 
La strategia mirava a complicare la prospettiva di una soluzione a due Stati, facilitando così a Netanyahu argomentazioni contro negoziati e compromessi. ...

L'intero articolo di Maria Chiara Rioli e Roberto Mazza è a questo link:




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