"L'uomo e la donna della croce: condividere il dolore per liberare la speranza" . Il venerdì con sr. Anna Martini

"Parliamo tanto di povertà ma è soprattutto necessario un tempo di contatto reale con i poveri. Bisogna conoscere la realtà per esperienza, dedicare un tempo per andare in periferia per conoscere davvero la realtà e il vissuto della gente.Se questo non avviene, ecco, si corre rischio di essere astratti ideologici o fondamentalisti e questo non è sano" (p. Arrupe)


Queste parole citate spesso da papa Francesco hanno fatto da guida al nostro Venerdì di Quaresima con sr. Anna Martini che ci ha presentato la realtà del quartiere Zen di Palermo nel quale non solo lo Stato, ma nemmeno la Mafia, quella con la "M" maiuscola vi si avventura. Una realtà degradata di 40.000 persone abbandonate a se stesse, senza servizi, dove la scolarità è bassissima e pochi terminano lascia scuola dell'obbligo, ma dove il senso della fede spunta dalle esperienze più semplici. Di fatto nemmeno la Chiesa e la Caritas sono presenti, solo il piccolo segno di una comunità di suore che vi si fanno vicine e a volte - come sr Franca - c'è la paura che lì manchi la possibilità del riscatto.

L'incontro è iniziato in chiesa di fronte ai 15 pannelli di Sequela su alcuni dei quale sr. Anna si è soffermata a meditare e a raccontarci cosa hanno suscitato il lei. Uno per tutti: il legno della croce sospeso e sorretto da delle funi sopra una veste insanguinata. È la nostra vita fatta anche di fatiche e di dolori, ma il legno delle nostre croci sono sorrette dall'alto da delle funi: è il Signore, che le ha condivise, che ci aiuta a portarle.


Poi l'incontro è continuato nella sala del Patronato con la sua intensa testimonianza e il racconto di cosa sia vivere il quel quartiere di Palermo, di come si fanno vicine agli ultimi semplicemente rimanendo disponibili ad ogni richiesta, cercando di aiutare i bambini animandoli nella riconoscenza al Signore del poter essere un piccolo segno, una piccola testimonianza riconosciuta dagli abitanti.


In seguito sono state condivise delle semplici ciotole di riso bollito



L'incontro poi è proseguito in quo tono più di preghiera seguendo le parole che papa Francesco ha pronunciato nel delineare la figura di don Pino Puglisi:

"Padre Pino ci insegna che non si può credere in Dio e sopraffare il fratello. Oggi abbiamo bisogno di uomini e di donne di amore, non di uomini e donne di onore; di servizio, non di sopraffazione. Abbiamo bisogno di camminare insieme, non ti rincorre il potere. Non si può seguire Gesù con le idee, bisogna darsi da fare. Non aspettare che la chiesa o la società faccia qualcosa, dobbiamo iniziare noi. Non dobbiamo pensare a noi stessi, non dobbiamo sfuggire alla nostra responsabilità: dobbiamo scegliere l'amore.
Signore tu hai detto: nessuno ha un amore più grande di questo dare la vita per i propri amici. Queste parole di Gesù, scritte sulla tomba di Don Puglisi, ricordano a tutti che dare la vita è stato il segreto della sua vittoria, il segreto di una vita bella.
Oggi scegliamo anche noi una vita bella". 






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