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Il Giovedì Santo abbiamo pregato così ...

Con il Giovedì Santo ha inizio il triduo pasquale che ci porterà alla Pasqua di Resurrezione.

Buon triduo pasquale: dalla sera dell’Ultima cena al buio del Golgota fino al Sabato Santo sulla terra scende un’ombra densa: ma dell’amore più grande e paradossale.



La Luce…..luce nelle candele accese sull’altare, nel bianco della veste, nel canto del gloria dopo 40 giorni di silenzio accompagnato dal suono delle campane a festa per poi restare mute e risuonare la notte di Pasqua.

In questa notte, abbiamo fatto memoria di quel pane spezzato, segno tangibile dell’immenso amore di Dio per noi…proprio nella notte in cui fu tradito. Un Dio che si consegna, che non spezza nessuno, ma spezza sé stesso. Non versa il sangue di nessuno, ma versa il proprio, non sacrifica nessuno, ma sacrifica sé stesso. Un Dio che si mette a lavare i piedi. Nella notte in cui fu tradito.

Abbiamo chiuso la celebrazione eucaristica con la spogliazione dell’altare e lo sguardo rivolto al corpo pane spezzato.


Dove sei Signore, dove sei? tutto grida più forte, bombe e devastazione stan coprendo la Terra. Guardiamo il cielo, ma non Ti vediamo. Siamo presi a guardare la nostra torre di Babele, da non vederti più, Tu inchinato, per amore a lavarci i piedi. Per tutti gli operatori di pace, per gli uomini seminatori di giustizia perché come Cristo continuano nella loro missione di annunciatori della Tua Parola silenziosamente inchinati verso chi non trova pace e giustizia. 

 

“Prendete e mangiate”. Sei nato in una mangiatoia per essere mangiato, e oggi ti sei fatto pane spezzato, donando il tuo corpo la tua vita per noi.

Per tutti noi perché nell’accostarci all’Eucarestia ci lasciamo rafforzare per essere capaci di essere fedeli discepoli anche nel momento della prova, della tentazione, della testimonianza e del dolore.

 

Don Tonino Bello scriveva: “Non avevo mai dato troppo peso a quella espressione pronunciata da Gesù dopo che ebbe finito di lavare i piedi ai discepoli: “anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri” A vicenda, cioè. Scambievolmente. Questo vuoI dire che la prima attenzione, non tanto in ordine di tempo quanto in ordine di logica, dobbiamo esprimerla all’interno delle nostre comunità, servendo i fratelli e lasciandoci servire da loro”.

Per tutti noi, per la nostra comunità della Resurrezione perché sappia, sull’esempio del Cristo intrecciare relazioni, sguardi e attenzioni verso il proprio vicino di banco

 

 

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