"L'uomo e la donna della croce: condividere il dolore per liberare la speranza" . Il terzo venerdì: con Cristina Frescura

"L'impasse nel quale oggi la chiesa si trova rispetto al modo di pensare e decollare la presenza il ruolo delle donne nella comunità cristiana e a tutti evidente. Certo, timide aperture sono state fatte ma ciò che avviene oggi nella chiesa cattolica è anacronistico. Riconosciamolo: nella chiesa attuale la donna è tanto retoricamente idealizzata quanto inascoltata, a parole magnificata quanto nei fatti misconosciuta"

Queste parole di Enzo Bianchi sono state l'incipit per l'incontro del terzo venerdì di Quaresima della Comunità guidato, questa volta, da Cristina Frescura.


Poi in chiesa sotto i pannelli di Sequela la riflessione è iniziata  segnando una "assenza" dalle immagini, quella di Gesù che ci chiama - noi come Comunità - a farne parte nella sofferenza. Però c'è una luce, una finale aperta alla speranza.


Nella sala del Patronato Cristina ci ha condotto a riflettere sulla figura delle donne nell'evangelo di Luca. Un percorso a tappe a scoprire il corpo di Gesù svestito, esposto, vulnerabile, ferito ... umano e che dal grembo della croce trova riposo in mani di donne.

Dalle donne di famiglia (Maria ed Elisabetta), a quelle di una anziana profetessa: Anna; da quelle di una peccatrice: donna amante ed amata che gli unge i piedi a quelle di un'altra che gli "ruba" la guarigione dalle sue perdite di sangue; da quelle di due sorelle che lo ospitano con modalità diverse ma che una dà senso all'altra, a quelle che da lontano lo seguono fin sotto la croce; dalle "figlie di Gerusalemme" dette paradossalmente beate per non aver partorito, a quella di sua Madre, oasi di ristoro e pace.


La condivisione di un semplice piatto di riso in bianco ha concluso l'incontro nella fraternità.

 






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