Intervista a Yossi Schneider, a cura di Francesca Mannocchi
La ferita del dilemma morale: qual è il prezzo per riavere a casa i prigionieri? Ma anche lo scollamento sempre più netto tra la fermezza di Netanyahu nel continuare le operazioni militari nella Striscia e l'ondata di proteste che ogni settimana con più forza continua a chiedere le sue dimissioni e un accordo che consenta se non la liberazione di tutti gli ostaggi, almeno l'ottenimento di una lista dei vivi e dei morti da parte di Hamas.
L'ultima pausa alle operazioni che ha consentito la liberazione degli ostaggi risale ormai alla fine di novembre. Ariel e Kfir Bibas sono gli unici due minorenni a non essere stati liberati. Con loro, il 7 ottobre, erano stati rapiti dal kibbutz di Nir Oz anche il padre Yarden e la madre Shiri. Hamas, a novembre aveva diffuso la notizia, non verificata, della loro morte a seguito di un attacco israeliano a Khan Yunis. Hamas ha poi diffuso un video che mostra Yarden Bibas mentre viene informato della morte dei suoi familiari. Nel video, sempre di fine novembre, si vede l'uomo rivolgersi direttamente a Netanyahu: «Bibi, hai bombardato la mia famiglia, era tutto quello che avevo nella vita, portali a casa perché siano sepolti in Israele, ti scongiuro». La notizia della morte della donna e dei bambini non è mai stata confermata da Israele. A metà febbraio, con il consenso della famiglia, l'esercito israeliano ha diffuso un video catturato dalle telecamere stradali di Khan Yunis, è delle ore immediatamente successive al rapimento e mostra Shiri Bibas a piedi scalzi, con un lenzuolo tra le braccia, al cui interno, presumibilmente giace il piccolo Kfir. Intorno a loro uomini armati che li scortano....
L'intervista continua a questo link:
https://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/RaSt202403/240321schneidermannocchi.pdf
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