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Il tramonto di un mito

Dove sono andate a nascondersi quelle parti sotterranee dell’albero europeo che dovrebbero avere il compito di nutrirlo e fissarlo al terreno? Già, — si domanda Sante Lesti in Il mito delle radici cristiane dell’Europa. Dalla Rivoluzione francese ai giorni nostri, che esce domani in libreria per i tipi dell’Einaudi — che fine ha fatto quel tema che fu fondamentale per gli ultimi due Pontefici (oltre a molti intellettuali laici, a dire il vero) e ora è, o dovrebbe essere, nelle mani di papa Francesco?

Lesti ritiene che, «come minimo», si possa dire sia stato «messo seriamente in discussione». Si può tranquillamente affermare, prosegue, che con papa Francesco il mito delle radici cristiane dell’Europa è diventato, almeno in parte, «anacronistico». O, per meglio dire, è divenuto il «residuo» di «una Chiesa madre e maestra, se non sovrana» che «non esiste più». Una Chiesa che adesso, a detta dell’autore, preferisce presentarsi come un «ospedale da campo dopo una battaglia». Bergoglio, secondo Lesti, ha dato prova innumerevoli volte di considerare quel mito inadatto ai tempi in cui viviamo. Troppo grande è il rischio — ad esso connesso — di «dare una qualche legittimità, sia pure non intenzionalmente, al discorso identitario e anti-immigrati (quando non esplicitamente anti-islamico) delle destre europee». E, cosa che potrebbe aver impensierito papa Francesco, di una parte non irrilevante del cattolicesimo europeo. A lui invisa.

L'articolo di Paolo Mieli continua a questo link:

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