In un interessante articolo (in “Come se non” - http://www.cittadellaeditrice.com/munera/ - del 19 maggio 2021), Andrea Grillo fa il punto in un dibattito che si è aperto sull’Osservatore Romano, con una serie di interventi hanno messo a fuoco la questione della “perdita di presenze” (di adulti e di giovani) nella vita della Chiesa.
Andrea Grillo (Savona 1961) Insegna dal 1994 Teologia dei sacramenti e Filosofia della Religione a Roma, presso il Pontificio Ateneo S. Anselmo e Liturgia a Padova, presso l’Abbazia di Santa Giustina.
La crisi ha radici lontane (nel 1800) e trova in un difetto culturale – nell’antimodernismo – la sua ragione fondamentale: una dottrina ridotta a “passività verso il dogma” e a “riduzione dell’etica ad etica sessuale” sono un freno pericoloso. Questo ha determinato una polarizzazione, tra tradizionalisti e progressisti, che non servì ad uscire dalla crisi, ma la approfondì. Una risposta indicata a questa condizione è il riaprire il tema centrale dell’”incontro” con il Signore, che non è né una dottrina, né una morale, ma una “esperienza” e un “sentimento”.
Sono però utili anche ulteriori prospettive. Non vi è dubbio che una ripresa di credibilità e di affidabilità della Chiesa cattolica dipenda essenzialmente dal possibile rinnovarsi dell’atto di fede nel Signore Gesù.
Ma proprio sul piano teologico una indagine sugli sviluppi dell’ultimo secolo sono in grado di mostrare la delicatezza e la decisività delle “mediazioni” (la liturgia, l’ecclesiologia, il diritto, la sacramentaria…) della esperienza e del sentimento nell’incontro con Cristo, che sono diventate sempre più numerose.
Occorre che tra i cristiani si torni ad “esplorare, riflettere e parlare”, per dar figura adeguata alle condizioni formali di un atto di fede che può ritrovare la profondità della esperienza e della emozione solo se le condizioni ecclesiali, liturgiche e giuridiche non lo ostacolano strutturalmente. Il Concilio Vaticano II ha correttamente individuate il problema, ma poi l’azione riformatrice si è fermata alla solo liturgia; per questo, gli ostacoli sono rimasti.
È dunque necessario procedere anche sugli altri livelli di mediazione riposizionando e aggiornando tutti e tre livelli sui quali si è costituita la Chiesa: liturgico, ecclesiale e giuridico. Senza di questo la secolarizzazione non sarà solo un alibi esterno, ma anche un prodotto interno della Chiesa.
L’intero articolo è leggibile a questo link: https://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/RaSt202105/210519grillo.pdf
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