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Grazie agli incontri con il Papa, in preparazione un incontro tra il Grande Ayatollah sciita Ali al- Sistani e il sunnita Grande Imam di al-Azhar Ahmad al-Tayyed

da “Il Sismografo”

in “La Stampa” del 10 maggio 2021

Dopo il graduale, riservato e delicato, riavvicinamento tra Iraq e Arabia Saudita e dopo lo storico incontro a Najaf tra Papa Francesco e Ali al-Sistani (nella foto a destra), all'interno del mondo islamico si profilano nuove svolte, in particolare nel delicatissimo campo dei rapporti bilaterali - sunniti e sciiti - in pratica inesistenti da secoli.

Jawad Al-Khoei, Segretario generale dell''Istituto Al-Khoei', nipote del Grande Ayatollah Abu Al- Qasim Al-Khoei (1899 - 1992), dal 1970 autorità suprema dei musulmani sciiti nel mondo dopo la morte del predecessore Muhsin al-Hakim, pochi giorni fa ha anticipato pubblicamente che si prepara un incontro tra Ali al-Sistani e al-Tayyeb.J. Al-Khoei (nella foto a sinistra), una delle poche persone presenti in buona parte dell'incontro tra Papa Francesco e al-Sistani (6 marzo scorso a Najaf), lo ha rivelato durante un'ampia e approfondita conversazione con alcuni giornalisti di 'Alarabiya.net'. In questo contesto l'accademico islamico sciita ha detto che Najaf approva e sostiene il riavvicinamento tra Baghdad e Riad e al tempo stesso ha confermato, per la prima volta in forma pubblica, che si sta lavorando alacremente alla preparazione di un incontro - sempre a Najaf, 150 km a sud della capitale irachena - tra il Grande Ayatollah, massima autorità mondiale dei musulmani sciiti e l'alto dignitario sunnita Grande Imam di al-Azhar (Egitto).

Al-Khoei, una delle più importanti figure musulmane nella preparazione dell'incontro tra il Papa di Roma e la guida sciita Ali al-Sistani, per quanto riguarda quello possibile e probabile tra il Grande Ayatollah e l'Imam di Al-Azhar, ha sottolineato che per ora occorre tenere la vicenda lontana dai riflettori per evitare ostacoli mediatici. Entrando in alcune materie più rilevanti in questi tempi e usando l'espressione "riferimento a Najaf" (città sede di al-Sistani, considerata sacra dai sciiti) ha precisato: "Najaf crede in uno stato civile non religioso" e rifiuta i "partiti islamici politici". Jawad Al-Khoei, ha poi aggiunto: "L'Islam vola con le ali dei sunniti e degli sciiti. I nostri contributi sono tanti e hanno come fine la promozione di valori come la giustizia, la convivenza e la cittadinanza. Ho incontrato più volte lo sceicco di Al-Azhar, Ahmed Al-Tayyeb, e abbiamo avuto dialoghi franchi e amichevoli".


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Ayatollah maggiore o Grande Ayatollah
di Maria Grazia Moretti

Sayyed ʿAli Hoseyni Sistāni è l'attuale Ayatollah maggiore o Grande Ayatollah, guida spirituale e politica dell'Iraq, riferimento per milioni di fedeli sciiti tanto all’interno quanto all’esterno del Paese e dirige la "Hawza" (NdR: seminario religioso) della città di Najaf.
Il termine Ayatollah significa “segni di Allah” o “segni di Dio”. L’Ayatollah è una figura di spicco nel sistema clericale sciita e questo titolo si può ottenere soltanto dopo un considerevole numero di anni di studio in una Hawza, sotto la costante guida di un dotto e solo grazie al consenso degli altri ayatollah, quale riconoscimento delle sue autorità di guida spirituale e del suo sapere.
Solo pochi dei più importanti Ayatollah vengono riconosciuti come Grandi Ayatollah ovvero come "fonte di emulazione". Solitamente ciò avviene quando i seguaci di un Ayatollah fanno riferimento a lui in moltissimi casi e quindi gli chiedono di pubblicare un testo giuridico-religioso che possa fungere da codice di comportamento per i casi più comuni della vita di un musulmano.
Nato a Mashhad in Iran il 4 agosto 1930, Al-Sistani è stato allevato in una famiglia molto nota per la sua importanza religiosa. Suo nonno era un grande studioso sciita, la cui biografia è riportata nel libro 'Tabaqaat Al-a'laam Al-Shi`a (Categorie di studiosi sciiti). Dopo aver terminato una prima fase degli studi a Mashhad, si trasferì in Iraq nella città di Najaf per proseguire gli studi superiori. Qui seguì le lezioni di giurisprudenza e di filosofia e con il titolo di Grande Ayatollah gli fu riconosciuto il diritto di "ijtihād" (ovvero il diritto di proclamare interpretazioni indipendenti che saranno riprese dai rispettivi seguaci).
Discepolo dell’Ayatollah Khou'i, che già nel 1960 lo aveva elevato al grado di mujtahid – ovvero di autorità religiosa e legislativa islamica che sa e può esprimere interpretazioni originali della legge islamica, invece di applicare sentenze precedenti già stabilite – Al-Sistani ne prese il posto alla direzione del seminario religioso di Najaf (Hawza di Najaf).

Nella dettagliata biografia pubblicata sul suo sito ufficiale si legge persino una descrizione della sua personalità con un elenco delle sue qualità morali.
Per quanto ostile alle ingerenze dell’establishment religioso in ambito politico, Al-Sistani ha giocato negli ultimi decenni un ruolo di primo piano, una sorta di deus ex machina capace di imprimere svolte significative e di superare linee di divisione profonde e sedimentate. Ogni amministrazione governativa formata dall’invasione statunitense del 2003 che ha rimosso il regime di Saddam Hussein ha cercato la benedizione e l’approvazione di Al-Sistani. Durante i periodi di crisi, il Grande Ayatollah ha costantemente chiesto l’unità nazionale, il compromesso e che i rappresentanti eletti ascoltassero la volontà del popolo.

Il suo ruolo è stato decisivo nel 2014 quando chiamò tutti gli sciiti alla lotta contro l’ISIS invertendo le sorti del conflitto in Siria. Nel 2019 il primo ministro Adel Abdel Mahdi è stato costretto a dimettersi dopo la richiesta di togliere l'appoggio al governo da parte del leader spirituale Al-Sistani e dopo la condanna del medesimo dell'uccisione di 420 dimostranti antigovernativi. L’incontro con Al-Sistani è stato il primo gesto rilevante del Papa con la parte sciita dell’Islam. 

In passato il Papa ha incontrato dei religiosi sciiti iraniani ma questo sarebbe il primo incontro con un leader religioso non sunnita di altissimo livello e carisma. Non solo. Si tratta di un leader religioso molto anziano e malato che però esercita tuttora una grande influenza morale, spirituale e politica, dovuta soprattutto alla personalità di Al-Sistani.

Gli iracheni sono ufficialmente in larghissima maggioranza musulmani (99% della popolazione). Nello specifico, circa il 62,5% della popolazione è di fede musulmana sciita e il 34,5% è di fede musulmana sunnita.

Oltre che in Iran dove l'Islam sciita ha la maggioranza assoluta, esso è prevalente in Iraq, in Azerbaigian e nel Bahrein; alte percentuali di sciiti si trovano in Libano, nello Yemen (zayditi) e in Kuwait.

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