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L'icona delle icone: la Trinità di Andrej Rublëv

La Trinità o Ospitalità di Abramo è una celebre Icona di Andrej Rublëv (1360-1430), realizzata negli anni intorno al 1422, conservata presso la Galleria statale di Tret’jakov a Mosca.

È il capolavoro dell’iconografo Andrej Rublëv, che visse come monaco e figlio spirituale di San Sergio Radonez.

L’icona della SS.Trinità è stata definita “l’icona delle icone” nel 1551 dal Concilio dei Cento Capitoli. È un capolavoro di rara profondità teologica, di bellezza incomparabile e di finissima ricchezza di simboli.

Come tutte le icone è frutto di preghiera come ascolto della Parola. Un iconografo vi dirà che non è stato lui a dipingere l'icona, ma è l'icona che ha dipinto lui perchè la Parola ascoltata e meditata non può non cambiare, plasmare il cuore dell'uomo.

È solo per questo che si può pregare davanti ad una icona, non per altri motivi. Eccone alcuni elementi descrittivi.



I colori

- il rosa-oro richiama il manto imperiale,
- il verde indica la vita,
- il rosso l’amore sacrificato.
- Speciale significato ha il blu che indica la divinità e le verità eterne. È distribuito a tutti e tre gli angeli:

Le figure

Si è molto discusso nell'identificare nelle tre figure le Persone della SS. Trinità. Qui presento quella a me più significativa

L’angelo di sinistra - nel quale si può riconoscere il Padre, porta la tunica di colore blu, ma essa è quasi totalmente coperta dal manto regale. Ha la mano benedicente sopra il tavolo, che rappresenta la creazione, ma non lo tocca, rimane sollevata.

L’angelo centrale - Dio nessuno l’ha mai visto, per questo l’angelo centrale, nel quale riconosciamo Dio Figlio, porta il manto blu: “il Figlio l’ha rivelato”, solo nel Figlio si fa visibile. “Chi vede Me, vede il Padre” Il Figlio è uomo (tunica rosso sangue); ha ricevuto ogni potere dal Padre (stola dorata, sacerdozio regale di Cristo). Inoltre la sua mano benedicente è appoggiata sulla creazione, a rappresentare la sua Incarnazione. Infine è importante la sua postura: è quella dell'icona dell'ingresso a Gerusalemme, seduto su di un asino.

L’angelo di destra - nel quale si può riconoscere lo Spirito Santo, mostra la tunica blu in abbondanza, perché il ruolo è di “far comprendere e ricordare la Parola” (Gv.14,26). Il manto verde indica che “da’ la vita”, “rinnova la faccia della terra”; è la speranza che consola. La sua mano benedicente è a forma di ala di colomba tendente a penetrare la creazione per vivificarla dall'interno. 

Il Padre siede con solennità sul suo trono. Il suo sguardo, il gesto della sua mano destra sembrano esprimere un comando breve e chiaro con semplicità, ma con autorità: tutto procede da Lui. Le altre due figure angeliche chinano il capo verso il Padre in ascolto che, a sua volta, la china verso di loro quasi a sussurragli per condividere con loro ogni cosa.

Lo spazio

Le tre figure formano un cerchio. In questo circolo d’amore delle Tre Persone c'è posto anche per chi guarda/ prega questa icona ponendosi davanti ad essa: vi si viene attirati, risucchiati all'interno del cerchio d'amore, nessuno vi viene escluso.

Fuori dal cerchio, sopra la figura dello Spirito c'è una montagna: luogo del silenzio e delle manifestazioni di Dio, la roccia sulla quale fondare la casa; sopra la figura del Figlio c'è un albero a ricordare la quercia di Mamre, l’albero della Croce, nuovo albero della vita; sopra la figura del Padre c'è una casa la casa: il Padre accoglie ed ama tramite la Chiesa, che per essere edificata richiede il lavoro dell’uomo, la collaborazione e l’armonia di tutti. 

L'albero e la montagna si inchinano anche loro verso la casa o, meglio, si protendono verso di essa, quasi a volerla penetrare, a farne una realtà unica.


Le forme geometriche racchiuse nell'icona

Il cerchio:

è simboleggia l'eternità, perfezione di Dio, il Suo amore che non ha inizio né fine. Il reciproco amarsi delle tre Persone non forma un cerchio chiuso: il loro amarsi è aperto da quell’altare cui è consegnata la coppa. È verso quella coppa che sono diretti gli sguardi e orientate le mani degli angeli. Dio contempla l’umanità simboleggiata dal tavolo rettangolare: la vede, la vuole salvare. La vede affamata e la vuole nutrire; la vede abbandonata e la vuole sposare.

Il triangolo equilatero:

Trinità: Uno in Tre – Tre in Uno: Dio è uno, ma mi incontra in tre modi distinti, Dio mi ama in tre maniere diverse, con tre cuori uniti in un solo movimento d’amore.
l’ottagono: definito dai bordi esterni determinati dagli sgabelli, dalla montagna e dalla casa: la creazione si riposa nella calma e pienezza dell’ottavo giorno, giorno del Signore.

Il rettangolo:

forme definite comprese tra i punti cardinali: rappresentano la terra, il creato.

Le tre coppe:

1 - la coppa grande formata dai due angeli laterali: il Padre e lo Spirito Santo che offrono il Verbo Incarnato che sta al centro.
2 - la coppa ritagliata nella tovaglia dalle ginocchia degli angeli laterali che contiene il vassoio con il vitello, prefigurazione dell’Eucarestia: centro di tutto il movimento circolare dell’insieme
3 - la coppa disegnata sul pavimento tra i piedistalli degli stessi angeli laterali: rappresenta lo spazio dove chi guarda e prega può accedere e partecipare al dialogo d’amore, lasciandosi plasmare dalle mani dello Spirito, abbeverandosi alla parola di Dio, dimorando presso Lui. Le nostre ginocchia si troveranno all’altezza della piccola apertura nella parte anteriore dell’altare: luogo tradizionalmente contenente le reliquie dei martiri di Gesù.

(BiGio - Rielaborazione sulla base di www.insiemesullastessabarca.it)


Una rilettura dell’icona della Trinità


Nella città bassa di Salvador Bahia, in Brasile, una comunità accoglie “moradores de rua” (senzatetto) avendo come modello la mistica delle relazioni trinitarie. In chiesa campeggia una rivisitazione della celebre Trinità di Rublëv che esprime “la trinità fonte di vita che accoglie alla sua mensa gli esclusi dalle mense della società”

                                                                                                                                                                                                  (da www.insiemesullastessabarca.it)

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