Dall'11 maggio il Catechista sarà un ministero ufficiale nella Chiesa

Martedì 11 maggio verrà presentato il testo del Motu proprio “Antiquum ministerium” che conferirà a questo servizio una dimensione istituzionale che già, di fatto, esiste non solo nelle parrocchie per la Catechesi di Iniziazione Cristiana ma, come vera e propria vocazione soprattutto nelle Chiese dell'America Latina e dell'Africa dove presiedono anche a Gruppi Ecclesiali e Comunità.


Lo aveva in cuore da qualche anno, da quando in un videomessaggio del 2018 ai partecipanti a un convegno internazionale sull’argomento Francesco aveva affermato a chiare note che il “catechista è una vocazione, non un lavoro”, non svolge solo un compito ma risponde a una vera e propria chiamata. Poco dopo aggiungeva che tale “forma di servizio che viene svolto nella comunità cristiana” richiedeva di essere riconosciuta “come un vero e genuino ministero della Chiesa” ed evidenziava il compito di «primo annuncio» affidato a chi è chiamato più che a insegnare, a comunicare e testimoniare la fede. E primo annuncio vuol dire «sottolineare che Gesù Cristo morto e risorto per amore del Padre, dona il suo perdono a tutti senza distinzione di persone, se solo aprono il loro cuore a lasciarsi convertire!». Una trasmissione, anche, di freschezza e gioia, espressione di una fede «che accende i cuori, perché immette il desiderio di incontrare Cristo». E che guardando a lui, valorizza, nel solco del Concilio il ruolo dei laici, i loro talenti. Un impegno peraltro la cui portata già oggi viene evidenziata in molte diocesi attraverso il cosidetto mandato al catechista. A documentare che non di azione personale si tratta ma di un cammino inserito in una dimensione comunitaria.

La convinzione maturata e ha preso la forma del Motu proprio Antiquum ministerium che martedì prossimo alle 11.30 verrà presentato in Sala Stampa vaticana alla presenza dell’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, e di monsignor Franz-Peter Tebartz-van Elst, delegato per la Catechesi del dicastero.

Il Motu proprio dunque istituirà formalmente il ministero di catechista, sviluppando quella dimensione evangelizzatrice dei laici auspicata dal Vaticano II. Un servizio da vivere con intensità di fede e in una dimensione comunitaria, come sottolineato anche lo scorso 31 gennaio nell’udienza ai partecipanti all’incontro promosso dall’Ufficio catechistico nazionale della Cei. “Questo è il tempo – aveva detto il Papa – per essere artigiani di comunità aperte che sanno valorizzare i talenti di ciascuno. È il tempo di comunità missionarie, libere e disinteressate, che non cerchino rilevanza e tornaconti, ma percorrano i sentieri della gente del nostro tempo, chinandosi su chi è ai margini”.

(BiGio)

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