Colombia: la situazione dopo la testimonianza di domenica scorsa

Domenica scorsa è stata portata una testimonianza alla Comunità delle Risurrezione sulla situazione in Colombia. Ecco un aggiornamento dal sito "ValigiaBlu


Trentuno manifestanti uccisi dalla polizia, 216 casi di aggressioni violente, di cui 18 con lesioni oculari, 10 casi di violenza sessuale e di genere, 42 aggressioni dirette a difensori dei diritti umani e reporter e 1443 arresti arbitrari, questo, secondo la Campagna Defender la Libertad e l’organizzazione non governativa TembloresONG, è l’allarmante bilancio dei sette giorni di sciopero nazionale indetto dai sindacati colombiani. Il massacro che le forze di polizia stanno compiendo in Colombia ha ormai raggiunto l’attenzione internazionale, dai media indipendenti e sui social network emerge la richiesta di diffusione delle centinaia di abusi registrati, mentre si segnala la censura all’interno del paese con l’interruzione della Rete internet. Una dura condanna è arrivata anche dalle Nazioni Unite. Il 2 maggio il governo ha dichiarato il ritiro del progetto di legge della riforma tributaria che era il principale oggetto delle proteste, e il giorno seguente sono arrivate le dimissioni del ministro delle Finanze, ma di fronte al proseguire delle manifestazioni la risposta statale è stata la militarizzazione delle città.

A questo si aggiunge la preoccupazione per un altro progetto di legge attualmente in Parlamento: si tratta di una riforma del sistema sanitario che aggrava la privatizzazione del sistema medico e peggiora le condizioni di lavoro del personale ospedaliero. Non è un caso che, nonostante il picco di contagi che si riscontra oggi in Colombia, i lavoratori della salute abbiano espresso solidarietà con le mobilitazioni, anche a costo degli inevitabili assembramenti. La presidente di Medicos Unidos de Colombia, Ana María Soleibe ha dichiarato che “queste manifestazioni sono l’indignazione della società davanti alle politiche e al silenzio del governo per aiutare i cittadini” e ha denunciato che in alcuni ospedali i lavoratori “hanno dovuto entrare in sciopero perché non vengono pagati anche per un anno intero.”

Non si tratta quindi di un solo progetto di legge ma di un pacchetto di riforme strutturali che sono al centro di un braccio di ferro tra governo e sindacati in corso ormai da anni. 

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